Dalla diffusione della notizia dell’abbattimento dei nove alberi di leccio adiacenti al fossato di Castello Imperiali, la relazione tecnica dell’agronomo incaricato dal Comune sulla questione è stata richiamata in più riprese dagli Amministratori comunali a favore della rimozione degli alberi. Ma cosa ha scritto davvero l’agronomo nella sua perizia?
Facciamo chiarezza, relazione tecnica alla mano. Intanto l’agronomo non afferma che tutti e nove gli alberi di fronte alla balconata di Castello Imperiali sono ammalorati: riscontra la malattia in soli due lecci, il primo e l’ultimo di Corso Umberto I, in adiacenza al fossato (vedi cartina sotto). Ma la richiesta del Comune nei confronti dell’agronomo è stata anche di valutare la sostituzione dei 7 alberi piantumati nella parte centrale di quel lato.
Inoltre nella perizia non si fa mai riferimento al fatto che i 7 alberi sani verranno reimpiantati: nella relazione l’agronomo parla sempre e soltanto di abbattimento di tutti e 9 i lecci, ne stima i costi e non fa cenno a spostamenti o “ripiantumazioni”. Valuta invece la conservazione dei due soli lecci malati, con parere negativo.
Stessa sorte, l’abbattimento, per altri lecci ammalorati su corso Umberto I. Tutti verranno sostituiti o con altri alberi più adeguati al contesto o con vegetazione nelle fioriere.

Il quesito posto all’agronomo dal Comune già prefigurava un’eradicazione dei lecci, tant’è che la richiesta di perizia recitava così:”Soluzioni in termini di essenze arboree, collocamento, durabilità, per la sostituzione dei lecci ubicati nella parte centrale di detto isolato, con essenze vegetali i cui apparati radicali non arrechino danni alle pavimentazioni ed alle strutture verticali (murature storiche di pregio) e che a regime non costituiscano un ostacolo visivo alla percezione del monumento. Il tutto inquadrato nell’ottica paesaggistica di un intervento da estendersi all’intero viale alberato di corso Umberto I e via Regina Elena”.
L’Amministrazione Denuzzo ha dunque progettato di rimuovere gli ostacoli alla vista del Castello collegando l’intervento di abbattimento delle barriere architettoniche rappresentate anche dagli stessi alberi posti sul marciapiedi intorno al Comune. Per quest’ultima attività ha infatti avviato di recente la gara per la realizzazione dei primi interventi previsti dal Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA) su Corso Umberto I e parte di via Municipio, per una spesa di circa 80.500 euro.
“L’area intorno al Castello – faceva sapere l’Amministrazione comunale – da tempo si presenta come un percorso accidentato e pieno di insidie provocate dalle radici degli alberi che si sono estese al punto da intaccare l’integrità delle mura del Palazzo di Città. Questi arbusti, inoltre, compromettono la visuale dello storico loggiato privando residenti e turisti di un pezzo pregiato del patrimonio artistico francavillese”.
Di fronte alle proteste successive all’annuncio da parte di cittadini contrari all’abbattimento degli alberi, gli Amministratori locali hanno portato le loro legittime scelte politiche, ma hanno anche parlato genericamente di una malattia che l’agronomo ha invece ben circostanziato e delimitato a soli due lecci e non in tutti gli alberi di quel primo tratto di corso Umberto I.
Lo stesso agronomo aggiunge nella perizia un paragrafo intorno all’importanza degli alberi in città “che non si tagliano mai a cuor leggero e, sicuramente, si deve cercare sempre di tutelarli quanto più possibile. Numerosi studi, infatti, dimostrano quali siano i benefici apportati dalle essenze arboree in un ambito poco salutare come quello cittadino. Le alberature stradali rivestono un ruolo di grande rilevanza nel regolare il microclima urbano, a svolgere funzioni di filtro per gli agenti inquinanti, ed in alcuni casi anche nell’attenuazione dell’inquinamento acustico, creando una sorta di membrana isolante naturale”.
“Sicuramente lo sbaglio è stato a monte”, afferma ancora il tecnico, cioè quando si è scelto decenni fa di piantumare i lecci su un marciapiedi, sede non idonea a quel tipo di alberi che hanno bisogno invece di molto spazio: “La presenza del fossato non ha consentito alle radici di espandersi”.

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