Il Sindaco Antonello Denuzzo e l’Assessore all’urbanistica Nicola Lonoce fanno sentire a muso duro la propria voce sulla situazione urbanistica e giuridica della Zona Pip di Francavilla Fontana: quel che ne viene fuori è la ricostruzione di un far west di illegalità diffusa e stratificata negli ultimi 40 anni, uno “scempio urbanistico” che ha “consentito l’insediamento a macchia di leopardo senza pensare alla viabilità ed alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria”, nel silenzio delle passate Amministrazioni comunali.
L’occasione è la risposta a un comunicato stampa di Rete Imprese Villafranca – lo riportiamo integralmente in calce -, associazione di imprenditori che nei giorni passati si interrogava pubblicamente sulle ragioni per cui lo sviluppo dell’area industriale di Francavilla Fontana è paralizzato, con tanto di critica verso l’attuale Amministrazione Denuzzo, colpevole – secondo l’associazione – di ritardi burocratici che ostacolerebbero la creazione di nuovi posti di lavoro.
Il Sindaco e l’Assessore Lonoce non ci stanno, giudicano “improvvido” il comunicato di Rete Imprese Villafranca e descrivono seccamente quanto hanno trovato al loro insediamento, “cosa è stato fatto e quanto resta da fare per rimediare allo scempio sedimentato nel corso dei decenni nella zona PIP“. E ricordando che, fra le altre cose, “abbiamo posto rimedio alla variante, consentendo l’insediamento di attività che prima non erano consentite”.
Ed ecco l’elenco delle “problematiche stratificate nel corso di 40 anni (non 25) che si pretendeva noi risolvessimo in una legislatura”. Fra abusivismo, opacità giuridiche, mancanze della politica locale, mancati espropri e tasse irrisorie rispetto alla realtà dei fatti, “dal nostro insediamento – snocciola il comunicato – abbiamo dovuto fare i conti con”:
- “una sentenza del Consiglio di Stato che ha demolito due varianti farlocche adottate negli anni precedenti”;
- “il mancato completamento dell’iter del Piano Insediamenti Produttivi attraverso la finalizzazione degli espropri”;
- “la scadenza del vincolo espropriativo, non più reiterato dal 2013”;
- “un’aura di opacità sulle basi giuridiche in forza delle quali i privati proprietari delle aree hanno potuto dividere i terreni vendendoli a diversi acquirenti (tecnicamente “lottizzazione”) senza accordo con il Comune”;
- “il mancato interessamento per la riperimetrazioni dei vincoli sovraordinati, con la circostanza che, non essendosi mai proceduto agli espropri, gli oneri di urbanizzazione sono rimasti in larga parte in capo al Comune, mentre le imprese ne hanno disposto per cifre irrisorie”;
- “la mancata sdemanializzazione delle strade vicinali che ancora oggi, cartograficamente, tagliano intere parti della zona, con la consentita realizzazione di opifici strabordando i confini della zona o, addirittura, occupando porzioni di piano destinate alla viabilità, e potremmo continuare per ore”.
“Oltre al tema variante, gli uffici sono al lavoro da settimane per porre rimedio alle criticità sopra evidenziate, dalla viabilità alla sdemanializzazione, dalle riperimetrazioni allo studio delle varie ipotesi consentite dalla legge per favorire processi insediativi attraverso gli espropri, criticità che impediscono uno sviluppo armonico della zona PIP. Ma non è un lavoro semplice e chi dovesse sostenere il contrario sarebbe in evidente malafede.
Viene da chiedersi – continuano gli amministratori – dove fossero questi solerti imprenditori nei 40 anni precedenti, dove fossero quando è stato consentito questo scempio urbanistico, quando è stato consentito l’insediamento a macchia di leopardo senza pensare alla viabilità ed alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
Senza girarci intorno, stiamo lavorando a risolvere i problemi creati da altri, alcuni dei quali tra gli ispiratori di alcune dichiarazioni pubbliche di “Rete Imprese”, problemi in alcuni casi creati da chi ha avuto interesse a speculare sulla vendita a peso d’oro dei terreni”.
Circa poi l’ex Centro di carico intermodale, a fronte delle critiche di Rete Imprese che denuncia una resistenza a concedere “l’uso del Centro di Carico Intermodale all’unico operatore (Gruppo Stamplast) che ne ha fatto richiesta (nostro socio)”, gli amministratori comunali fanno presente che la procedura non può che avvenire tramite una gara aperta e pubblica, con un canone di locazione.
Il primo bando dello scorso anno è andato deserto e il 23 febbraio scorso l’Amministrazione ha pubblicato un bando per “consultazione preliminare di mercato del Centro di Carico Intermodale”, verso cui ha manifestato interesse una sola impresa.
Nei giorni scorsi l’Amministrazione ha pubblicato un nuovo bando di gara per l’affidamento in locazione della struttura e si aspetta, quindi, che ci siano concorrenti con i requisiti utili ad aggiudicarsi la gestione della struttura.
“Un’ultima annotazione – concludono il Sindaco e l’Assessore -: da tempo si favoleggia di queste migliaia di posti di lavoro che fantomatici imprenditori sarebbero disposti a creare in zona PIP. Al momento non è depositato presso il Comune alcun progetto o alcuna richiesta legittima che dimostri quanto affermato da Rete Imprese. Non vorremmo che qualcuno stesse cercando, indebitamente, di frapporsi tra questi potenziali, sia pur fantomatici, investitori, e la Pubblica Amministrazione, per fini che non osiamo immaginare”.
Un pasticciaccio brutto, dunque, la vicenda della zona Pip francavillese. Al netto di tutte quelle imprese sane e rispettose delle regole che danno lavoro a centinaia di persone: ragion per cui toccare i fili che si intrecciano in quell’area di Francavilla è questione assai delicata e complessa.
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Riportiamo di seguito integralmente il comunicato dell’Amministrazione Denuzzo e di seguito il primo comunicato di Rete Imprese Vlllafranca.
Comunicato del Sindaco Denuzzo e dell’Assessore Lonoce del 25 agosto 2022
“Rete Imprese Vlllafranca” non é nuova a comunicati immotivatamente critici nei confronti di questa Amministrazione.
In passato abbiamo ritenuto di non replicare, ma in quest’ultima occasione non possiamo esimerci.
Non é in discussione il rispetto per tutti i cittadini, per i soggetti organizzati della società civile e naturalmente anche per gli imprenditori, in quanto tutti portatori di interessi privati che sono tasselli dell’interesse collettivo che chi amministra una Città è tenuto a considerare e se possibile – nei limiti imposti dalla legge e dalla razionalità – a soddisfare.
Tuttavia vi è un limite che non siamo disposti a superare, ossia quello della correttezza e della trasparenza dei procedimenti.
Dal momento che secondo “Rete Imprese Villafranca” gli incontri susseguitisi dalla loro costituzione ad oggi con l’Amministrazione Comunale non hanno sortito l’effetto sperato, ossia quello di comprendere la complessità delle attività che abbiamo posto in essere e quel che resta da fare per rimediare allo scempio sedimentato nel corso dei decenni nella zona PIP, approfittiamo dell’ultimo, improvvido, comunicato per chiarire anche per iscritto.
Dal nostro insediamento abbiamo dovuto fare i conti con una sentenza del Consiglio di Stato che ha demolito due varianti farlocche adottate negli anni precedenti, con il mancato completamento dell’iter del Piano Insediamenti Produttivi attraverso la finalizzazione degli espropri, con la scadenza del vincolo espropriativo, non più reiterato dal 2013, con un’aura di opacità sulle basi giuridiche in forza delle quali i privati proprietari delle aree hanno potuto dividere i terreni vendendoli a diversi acquirenti (tecnicamente “lottizzazione”) senza accordo con il Comune, con il mancato interessamento per la riperimetrazioni dei vincoli sovraordinati, con la circostanza che, non essendosi mai proceduto agli espropri, gli oneri di urbanizzazione sono rimasti in larga parte in capo al Comune, mentre le imprese ne hanno disposto per cifre irrisorie, con la mancata sdemanializzazione delle strade vicinali che ancora oggi, cartograficamente, tagliano intere parti della zona, von la consentita realizzazione di opifici strabordando i confini della zona o, addirittura, occupando porzioni di piano destinate alla viabilità, e potremmo continuare per ore.
Problematiche stratificate nel corso di 40 anni (non 25) che si pretendeva noi risolvessimo in una legislatura.
Abbiamo posto rimedio alla variante, consentendo l’insediamento di attività che prima non erano consentite.
Oltre al tema variante, gli uffici sono al lavoro da settimane per porre rimedio alle criticità sopra evidenziate, dalla viabilità alla sdemanializzazione, dalle riperimetrazioni allo studio delle varie ipotesi consentite dalla legge per favorire processi insediativi attraverso gli espropri, criticità che impediscono uno sviluppo armonico della zona PIP. Ma non è un lavoro semplice e chi dovesse sostenere il contrario sarebbe in evidente malafede.
Piú in generale abbiamo delineato un percorso che é stato ampiamente illustrato ai referenti di “Rete Imprese” nel corso delle riunioni che hanno richiesto ed ottenuto con il sindaco, gli assessori ad attività produttive e urbanistica ed il dirigente di urbanistica e SUAP.
Viene da chiedersi dove fossero questi solerti imprenditori nei 40 anni precedenti, dove fossero quando è stato consentito questo scempio urbanistico, quando è stato consentito l’insediamento a macchia di leopardo senza pensare alla viabilità ed alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
Senza girarci intorno, stiamo lavorando a risolvere i problemi creati da altri, alcuni dei quali tra gli ispiratori di alcune dichiarazioni pubbliche di “Rete Imprese”, problemi in alcuni casi creati da chi ha avuto interesse a speculare sulla vendita a peso d’oro dei terreni.
Infine é del tutto incomprensibile il riferimento all’Intermodale. E’ falso che l’Amministrazione eserciti qualsivoglia resistenza a concedere in locazione la struttura.
In primo luogo è stata questa Amministrazione e nessun’altra prima a ipotizzarne il riuso attraverso un bando di affidamento in locazione.
In secondo luogo non è prevista alcuna “elargizione”, semmai il pagamento di un corrispettivo che tecnicamente si definisce “canone di locazione”.
Infine non vi è alcun aggiudicatario di una procedura ad evidenza pubblica, dal momento che la stessa, lo scorso anno, andò vacante.
Il Comune di Francavilla Fontana ha pubblicato in data 23 febbraio u.s. un bando per “consultazione preliminare di mercato del Centro di Carico Intermodale”, verso cui ha manifestato interesse una sola impresa. Sulla base di questa consultazione, alla quale per legge non può seguire l’affidamento di un bel niente, l’Amministrazione ha pubblicato nei giorni scorsi un bando di gara aperto per l’affidamento in locazione della struttura, al quale potranno partecipare tutte le imprese interessate che abbiano i requisiti.
Quindi anche in questo caso, nessuna “resistenza”, nessuna “amministrazione che tarda a concedere le relative autorizzazioni”, perché, al momento, non esiste alcun aggiudicatario del bando di gara appena pubblicato.
Un’ultima annotazione: da tempo si favoleggia di queste migliaia di posti di lavoro che fantomatici imprenditori sarebbero disposti a creare in zona PIP.
Al momento non è depositato presso il Comune alcun progetto o alcuna richiesta legittima che dimostri quanto affermato da “Rete Imprese”. Non vorremmo che qualcuno stesse cercando, indebitamente, di frapporsi tra questi potenziali, sia pur fantomatici, investitori, e la Pubblica Amministrazione, per fini che non osiamo immaginare.
Comunicato di Rete Imprese Vlllafranca del 23 agosto 2022
L’Amministrazione comunale di Francavilla, in armonica collaborazione con gli operatori della Rete Imprese Villa Franca, in questi due ultimi anni ha iniziato la pianificazione dell’area industriale del territorio (pianificazione che si attendeva da 50 anni), per permettere agli operatori di poter svolgere le loro attività con più serenità, professionalità e celerità.
Purtroppo, mentre gli operatori si illudevano che la strada fosse ormai spianata, l’hanno nuovamente ritrovata piena di “spine” ed impraticabile; ed i primi 400 posti di lavoro (se ne prevedono 2000), si sono arenati a causa di progetti che sembra giacciano sulle scrivanie dell’Amministrazione.
Inoltre, come giù comunicato altre volte, la Rete ha circa 40 soci che attendono di insediare le loro aziende nell’area industriale, definita anche Z.E.S. (zona economica speciale). Comunque, ora è tutto fermo.
Altro problema assurdo è la resistenza dell’amministrazione a concedere l’uso del Centro di Carico Intermodale all’unico operatore (Gruppo Stamplast) che ne ha fatto richiesta (nostro socio) che vuole investire oltre 4 milioni di euro, elargire all’amministrazione annualmente oltre 180 mila euro per l’uso e garantire molti posti di lavoro, pur sapendo che detto “mausoleo” è diventato solo un rudere devastato che in 25 anni nessuno ha voluto.
I soci della Rete Imprese Villa Franca si chiedono perché proprio in un periodo storico di grande depressione economica nel quale si trova l’Italia, dove il lavoro e’ ricercato disperatamente e quasi introvabile, l’amministrazione tarda a concedere le relative autorizzazioni e ad effettuare le dovute procedure per permettere agli operatori di portare sul territorio quel benessere indispensabile per i suoi cittadini.
Infine, perché si impedisce al “Gruppo Stamplast”, con ben 7 stabilimenti in tutta Italia, ad insediarsi nella struttura del Centro di Carico, costato alla comunità oltre 12 miliardi di lire?
Quali sono le difficoltà di questi ritardi da parte dell’Amministrazione?
Tutto questo lo approfondiremo nel più breve tempo possibile in un confronto tra amministrazione comunale, commissaria Z.E.S. Jonica e Regione Puglia.
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