Il Sabato Santo è un giorno di preghiera e di attesa, prima della risurrezione di Cristo.
Di mattina, nelle chiese, si svolge un’ora di veglia – l’ora della madre – al sepolcro con la Vergine Desolata.
Il silenzio dei giorni di passione si conclude la sera, infranto dal suono gioioso delle campane che annuncia la vittoria di Gesù sulla morte.
Il protagonista di questa sera è il fuoco acceso sul sagrato prima della veglia pasquale, illuminata dalla luce delle candele accese da tutti i fedeli e dal cero pasquale che sarà utilizzato nei battesimi di quell’anno. Il fuoco simboleggia la purificazione, la luce di Dio e la vita che ricomincia.
Secondo la tradizione, per lasciarsi simbolicamente alle spalle tutti gli aspetti negativi rappresentati dalla Quaremma, la pupattola visibile nel centro del paese veniva tirata giù e “bruciata tra danze e canti come per vincere la morte con la morte”.
La domenica di Pasqua è caratterizzata da gioia collettiva, ci si riunisce con la propria famiglia festeggiando la resurrezione di Cristo con un pranzo che pone fine al digiuno iniziato con la quaresima e intensificatosi nella Settimana Santa. Nel pomeriggio si svolge la processione di Gesù risorto rappresentato con un mantello rosso e gli occhi rivolti verso il cielo. Questa statua è accompagnata dai confratelli dell’Immacolata e seguita dalla banda che suona marce gioiose.
La festa prosegue il giorno successivo – il Lunedì dell’Angelo – in cui si ricorda l’apparizione dell’angelo alle donne giunte al sepolcro per comunicare che Gesù era vivo.
Bibliografia:
Rosario Jurlaro, La festa Cresta. Dalle palme al Sabato Santo con la gente del sud, A. Longo Editore – Ravenna 1983
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