Negli ultimi giorni è stato pubblicato l’elenco dei Comuni ciclabili, iniziativa promossa dalla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB), che “intende guidare e stimolare nel tempo un processo di progressiva trasformazione dei centri abitati verso una maggiore diffusione della mobilità in bicicletta”.
Un riconoscimento di un’associazione privata che è tuttavia un motivo di grande lustro per i Comuni che ne vengono insigniti. E giustamente.
Francavilla Fontana, pur tra le tante mancanze e difficoltà che vedremo, per il quarto anno consecutivo, fortunatamente è fra questi. “Un importante riconoscimento al duro lavoro che da anni si porta avanti per la creazione di una città più gradevole, più sostenibile e, come mi piace sempre sottolineare, più democratica” ha commentato l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Sergio Tatarano.
Siamo insieme soltanto ad altri due Comuni della provincia di Brindisi – Ostuni e Ceglie Messapica – e quattordici in tutto nella regione. Un riconoscimento, dunque, che non è regalato e premia sicuramente lo sforzo profuso finora.
Ma cerchiamo di capire quali siano i parametri di valutazione e quali le conseguenze di tale nomina.
Nel Regolamento della 7^ edizione di Comuniciclabili, sono specificati i requisiti minimi di ammissibilità. In particolare, “la scheda che ogni Amministrazione deve compilare è costituita da 4 sezioni: cicloturismo, infrastrutture urbane, governance e comunicazione-promozione.
Per risultare ammissibile il Comune deve rispondere positivamente a entrambe le seguenti condizioni minime:
1- Avere almeno un parametro non nullo nelle seguenti tre aree:
a. infrastrutture urbana;
b. governance;
c. comunicazione-promozione;
2- presentare una mappa complessiva delle infrastrutture ciclabili presenti nel territorio comunale.
I parametri saranno valutati insindacabilmente da FIAB in rapporto alla popolazione dei singoli enti locali”.
Per rispondere a questi requisiti, è previsto l’invio di un testo descrittivo, corredato da foto, mappe “e tutto il materiale necessario a documentare la candidatura: rassegne stampa, planimetrie del Comune con i percorsi ciclabili, materiali di comunicazione, ecc.”.
È, inoltre, richiesta una quota di adesione: 2.100,00 euro ogni tre anni, e “qualora il Comune non risultasse avere i requisiti minimi richiesti il contributo di adesione sarà restituito al 60%”. Poca roba in proporzione al potenziale ritorno di immagine. A tal proposito non sono mancate le forti polemiche per “l’ostinazione con cui questa Amministrazione comunale continua ad investire risorse ed energie per rincorrere un sogno”, come ha scritto la commissaria dell’Udc locale Alessandra Vacca.
Ma cerchiamo di andiamo nel merito, al centro della questione: Francavilla Fontana è o non è un Comune ciclabile?
In base alle pagelle di Fiab, sì, anche se ripa-ripa, per un soffio. “Ai Comuni candidati – recita ancora il Regolamento – verrà assegnato un riconoscimento con il grado di ciclabilità ottenuto, da 1 a 5 Bike Smile”. Delle stelline, come per le recensioni Amazon. E Francavilla, dal 2021, ottiene sempre il punteggio di 1 su 5.
Il dettaglio delle singole valutazioni è impietoso: 0 su 5 in Cicloturismo e Ciclabili urbane, 2 su 5 in Moderazione della velocità e del traffico e in Governance (intesa come “serie di politiche e scelte di pianificazione che nel loro insieme promuovono un diverso modello di mobilità”) e 1 su 5 in Comunicazione (nel senso delle iniziative di sensibilizzazione).
L’unico dato in crescita è l’inesorabile aumento delle automobili: poi dice che c’è traffico e i francavillesi non trovano parcheggio.
Questo l’insindacabile giudizio di Fiab: una valutazione fatta in base “alle carte” inviate in sede di candidatura.
Ma la questione, nella vita reale, resta aperta: Francavilla Fontana è o non è un Comune ciclabile?
Cercherò di rispondere punto per punto empiricamente, anche in base all’esperienza diretta.
La mia risposta, che è quella di chi quotidianamente calca le strade di questa città quasi sempre su due ruote, è che è assurdo che non sia un Comune ciclabile. Non c’è un elemento che possa far pensare il contrario, dalle brevissime distanze alla conformazione pianeggiante (ma avete mai provato ad andare in bicicletta a Ceglie?!).
Ma vediamo i dettagli delle singole voci:
Cicloturismo: è vero, Francavilla Fontana non è meta di cicloturismo, anche se è attraversata in lungo e in largo da percorsi cicloturistici (regionali, nazionali e internazionali. Li conosciamo?) e negli ultimi anni sono sempre di più le persone che, scendendo in bicicletta dalla Valle d’Itria verso la costa ionica, passano di qua e fanno delle brevi soste. Per farlo sono spesso costrette ad attraversare le nostre campagne, tanto belle quanto sommerse di rifiuti e urbanizzazione selvaggia. Non sempre un bel guardare.
Ciclabili urbane: questa è la materia preferita da chi non usa la bicicletta. È vero, non ce ne sono, e quelle che ci sono funzionano male, sono sporche o occupate abusivamente dalla qualunque. La verità è che sulla strada hanno diritto di cittadinanza tutti, secondo le regole, che valgono anche per i ciclisti maleducati che non usano le ciclabili o vanno contromano.
Alla pronta obiezione dell’automobilista secondo la quale le nostre strade non sarebbero state pensate per le biciclette, rispondo che è vero: la maggior parte della viabilità del centro abitato, infatti, è stata progettata tra il 1600 e la metà del 1800, ben prima dell’arrivo delle automobili.
Moderazione della velocità e del traffico: questa è forse la mia preferita. Il dato del numero di auto per abitante ci dice che ci sono troppe automobili in città e che, naturalmente, queste andranno a ingolfare le strade, creando tensione, stress e dilatando i tempi di percorrenza.
Per cui, non appena la strada è un po’ più sgombera, la velocità sale, aumentando i pericoli per la cosiddetta utenza debole, pedoni e ciclisti. Se un automobilista fa un incidente, infatti, può danneggiare il veicolo. Chi va in bicicletta ci lascia le penne. In generale, il rispetto è assente e, anzi, si tende a far prevalere il fatto che, se cadi, chi ha la peggio sei tu, stupido ciclista.
Governance e Comunicazione le metto insieme perché sono quelle di cui più si discute e dibatte in questi casi. Le chiusure al traffico, le zone pedonali, le rigenerazioni urbane, i cantieri, le piste ciclabili nuove, quelle pensate, quelle fatte e disfatte fanno parte di una visione politica che spesso emerge chiaramente e che crea forti attriti.
D’altro canto, alle polemiche di una cittadinanza restia si è risposto quasi sempre in maniera poco chiara e convincente, tirando dritto e dando l’idea spesso di ignorare di proposito qualsiasi contestazione, Marchese del Grillo style. Non credo che questo atteggiamento favorisca la migliore penetrazione di alcune tematiche. E la dimostrazione è l’aggressività con la quale si commentano sui social alcune iniziative in tema di mobilità sostenibile, non solo a Francavilla.
Quindi, confrontando questa valutazione del tutto personale con quella della FIAB, ci può essere effettivamente riscontro e dire che, in una scala da 1 a 5, Francavilla Fontana è un Comune ciclabile 1, il minimo, una sufficienza che sa di incoraggiamento, come quel prof che alla fine dell’anno si è messo la mano sulla coscienza e ti ha voluto bene.
Trascorrerai un’estate serena, con la promozione in tasca, ma settembre è dietro l’angolo.