L’esperienza di Salvatore Madaghiele è semplice (banale, potrebbe dire qualcuno) e allo stesso tempo completamente folle. Salvatore va a lavorare in bicicletta. Voi direte: “E che sarà mai?”. Fin qui niente di strano infatti. Tante persone, soprattutto nelle grandi città, vanno a lavorare in bicicletta. Il fatto è che il luogo di lavoro di Salvatore dista quasi 30 km dalla sua abitazione e lui, praticamente, fa il pendolare. Ma in bicicletta.
L’abbiamo incontrato per capire meglio com’è nata questa pazza idea.
Salvatore, qualcuno direbbe che hai una bella capu fresca. Raccontaci un po’ come sei arrivato a prendere questa decisione.
Nella mia lunga vita di pendolare (Francavilla – Bari prima e Francavilla – Taranto dopo), ho sempre pensato che il tempo trascorso per raggiungere il posto di lavoro fosse un tempo morto, inutile. Una sorta di limbo che occupa una parte considerevole della nostra vita (almeno 200 ore l’anno). Inoltre ho sempre pensato che utilizzare un mezzo che pesa 1700 kg per spostare una persona che ne pesa 80 fosse una cosa assurda e insostenibile. Da queste due semplici considerazioni è nata l’idea di percorrere in bici la tratta casa – lavoro – casa, unire la passione per le due ruote con la volontà di rendere eco-sostenibili questi spostamenti.
Quando hai deciso di iniziare ad andare a lavorare in bicicletta?
La decisione è maturata quando ero in servizio a Bari, ero un pendolare di lunga distanza, 260 km al giorno divisi tra autobus e auto privata per un totale di 5 ore al giorno. Durante i viaggi mi dicevo che, appena avessi avuto l’opportunità, non avrei più usato un’auto per andare al lavoro, avrei sfruttato quel tempo riempiendolo con ciò che amo fare: pedalare. Ovviamente da qui si sono innescate altre considerazioni non meno importanti: inquinare meno (anzi zero!), essere in forma, rappresentare anche un modello per le mie figlie, mettendomi in gioco, uscire dalla mia zona di comfort e contribuire, nel mio piccolo, a lasciare loro un mondo migliore.
Hai dei dati di riferimento per capire più o meno di che numeri parliamo? Quanta strada hai percorso?
Per andare e tornare da Taranto, dove lavoro, in un anno percorro mediamente circa 8.000 km in bicicletta e 3.705 km in automobile. Su un totale di 177 “viaggi”, circa 120 li faccio in bici, trascorrendo in media 300 ore in sella. Poi ci sono altri 8.000 km che percorro sempre in bicicletta nel tempo libero.
E questi numeri si traducono anche in notevoli benefici economici.
Certo! Considerando il risparmio sul carburante, la manutenzione dell’auto, i costi di una eventuale palestra per fare comunque attività sportiva, ho quantificato un risparmio di circa 1.600 euro all’anno.
Un’altra mensilità di uno stipendio neanche basso! Naturalmente questa tua abitudine porta anche dei vantaggi in termini di benefici per l’ambiente e per le emissioni atmosferiche inquinanti.
Assolutamente sì. Facendo due calcoli e considerando un veicolo di media cilindrata, il risparmio di emissioni di anidride carbonica e altri agenti inquinanti (polveri sottili, biossido di azoto ecc.) è di quasi una tonnellata e mezza in un anno. Inoltre l’inquinamento atmosferico ha anche un costo sociale, cioè un costo a carico della collettività. Ci sono degli studi che calcolano il danno economico derivante da emissioni di anidride carbonica e di altri agenti inquinanti. Ad esempio, è stato calcolato che il costo sociale di una tonnellata di anidride carbonica emessa nell’ambiente è di circa 250 €.

E infine, ci sono anche delle soddisfazioni personali e dei risultati in termini sportivi. Perché tutto questo allenamento ti sarà servito a qualcosa! Quali sono i momenti che ricordi con più piacere?
Questa esperienza mi ha permesso di incontrare e conoscere tante persone, come gli atleti del Team FuoriSoglia senza i quali non avrei avuto i consigli e gli stimoli per percorrere tanti chilometri in un anno. Molti di loro hanno fatto insieme a me parte del tragitto casa-lavoro… e tutto diventava ancora più bello. Sicuramente la più bella soddisfazione sportiva è stata la possibilità di partecipare col Team FuoriSoglia alla Maratona dles Dolomites, gara di importanza internazionale, su un percorso lungo di 146 km con dislivello complessivo di 4200 m, ottenendo un ottimo tempo (7h e 40’). Non avrei mai potuto affrontare le cime più belle e impegnative del Giro d’Italia senza l’allenamento effettuato durante tutti i 12 mesi di “pendolarismo in bicicletta”. Infine è impossibile descrivere le albe, i tramonti, i profumi, ma anche la fatica e imparare ad ascoltare il proprio corpo, tutto ciò non ha prezzo.
Ora siamo agli inizi di marzo del 2022. Immagino che l’inverno sia più impegnativo. A quanti chilometri sei arrivato? E che obiettivo hai per quest’anno?
L’inverno è un periodo impegnativo ma molto affascinante. Bisogna dedicare qualche minuto per studiare il meteo ed adeguare l’abbigliamento per affrontare al meglio le basse temperature che la mattina presto sono spesso al di sotto dello 0. In tal modo sono arrivato a percorrere più di 3600 km totali dall’inizio dell’anno. L’obiettivo per quest’anno è quello di inserire un programma di allenamento guidato durante i trasferimenti casa/lavoro per affrontare gare agonistiche amatoriali di importanza internazionale, come la 9 Colli di Cesenatico, e gare amatoriali locali del Giro Dell’Arcobaleno con i colori del Team Fuorisoglia di Francavilla, cercando di migliorarmi e competere con chi dedica tanto tempo negli allenamenti e, perchè no?, per togliermi delle piccole grandi soddisfazioni.
Questa passione e questo impegno quotidiano si sono trasformati anche in un ruolo in supporto all’Amministrazione Comunale per la pianificazione urbanistica verso la direzione della cosiddetta mobilità dolce.
Da agosto 2021 mi onoro di presiedere la “Consulta cittadina sulla mobilità sostenibile e la sicurezza stradale” del Comune di Francavilla Fontana. Collaboriamo con l’Amministrazione Comunale, che ringrazio, nel difficile compito di divulgare l’uso di mezzi di trasporto sostenibili, e auspichiamo la realizzazione delle misure contenute nel “Piano Urbanistico della Mobilità Sostenibile”, una programmazione urbanistica che vuole rimettere al centro il cittadino, restituendogli lo spazio attualmente occupato dalle auto. Credo che l’applicazione del Piano possa elevare Francavilla agli standard più avanzati delle realtà più evolute del Nord Italia e non solo. Inoltre, l’impegno della Consulta è anche dedicato alla sicurezza stradale, perché “ogni persona in più che usa la bicicletta è un automobilista consapevole” e perché “la strada è di tutti, a partire dal più fragile”.
Leggi anche: PUMS, il problema di Francavilla è il traffico
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