«Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane da solo;
se invece muore produce molto frutto».
(Giovanni 12, 24)
Il mercoledì delle Ceneri, ad inizio Quaresima, vengono seminati nei “piatti” i semi di grano che, lasciati crescere al buio, sviluppano dei germogli esili, di un colore che vira dal giallo tenue al verde chiaro. È una tradizione diffusa in tutta l’Italia centro-meridionale, dalla Toscana alla Sicilia, e affonda le radici nel rito precristiano delle Adonie, le feste per la resurrezione del dio greco Adone che si svolgevano dopo l’equinozio di primavera, durante le quali le donne ateniesi piantavano cereali e ortaggi in vasi e cesti in omaggio alla divinità che, proprio come quella cristiana, morì giovane e in seguito risorse.
I “piatti” preparati dai fedeli il giovedì santo adornano gli altari della reposizione. Infatti, in quelli che in gergo chiamiamo erroneamente “sepolcri” in realtà è riposta (da cui “reposizione”) l’Eucaristia, che rappresenta Gesù Cristo vivo e risorto, simboleggiato anche dal seme che “muore” al buio e “risorge” alla luce attraverso la pianta.
Le radici socio-culturali associano questo rito, ormai essenzialmente religioso, a una visione più ampia e pagana, che ha a che fare con la rinascita della natura che, come per il Cristo, avviene in primavera. L’utilizzo del grano, oltre al significato simbolico, è segno anche di una sorta di “sacrificio” dei fedeli che di fatto si privano di un prodotto destinato all’alimentazione molto comune e radicato.
La coltivazione del frumento, infatti, ha origine antichissima nella valle del Tigri e dell’Eufrate e ha svolto un ruolo importante per spingere le prime società umane a forme di organizzazione più complesse.
La coltivazione di ortaggi, infatti, poteva avvenire anche attorno ad un campo di nomadi; il frumento, invece, spinse i primi coltivatori a organizzare la società come la intendiamo oggi attraverso la realizzazione di infrastrutture per estendere le colture e la costruzione delle prime città difese da mura e da eserciti per proteggere il raccolto e i campi.
Il frumento, inoltre, con il suo colore dorato, è associato al sole, e sempre al sole è associato il giorno della domenica, il giorno del Signore e il giorno di Pasqua. Pertanto viene facile associare al grano un significato “più divino” di altri cereali. Ciò non si riferisce solo alla cultura cristiana ma, per esempio, anche Osiride, il dio egizio dell’agricoltura e della religione, veniva festeggiato nel mese di khoiak, durante la raccolta del grano.
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