Scontro nella Maggioranza Denuzzo, Vanni Calò contro la sensibilizzazione sulle discriminazioni sessuali: “Propaganda gender, l’omofobia c’è sempre stata, c’è e ci sarà”

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Sottosopra, il Podcast di Paesituoi.News – Puntata 02

Sottosopra è il Podcast di Paesituoi.News: i fatti, i retroscena, il sopra e il sotto dalla città di Francavilla Fontana: questa è la seconda puntata del 27 gennaio 2023.

Nell’attuale maggioranza a Palazzo Imperiali, è noto, convivono anime provenienti da universi politici spesso molto distinti e distanti. Se nell’ordinaria amministrazione di una cittadina di provincia le diverse vedute politiche si appiattiscono senza creare ostacoli, non appena il respiro delle discussioni si allarga di pochissimo emergono i contrasti e i conflitti.

È il caso dell’episodio occorso durante il Consiglio comunale del 27 maggio 2024. L’occasione è stata la mozione firmata da Mastromarino, Carucci e De Simone con la quale i tre giovani consiglieri di maggioranza hanno proposto l’adesione del comune di Francavilla Fontana alla rete RE.A.DY.

Si tratta della Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. “RE.A.DY – si legge sul sito ufficiale – costituisce per le Pubbliche Amministrazioni regionali e locali l’opportunità di uno spazio non ideologico di incontro e interscambio di esperienze e buone prassi finalizzate al riconoscimento e alla promozione dei Diritti Umani delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender (LGBT)”.

Anche sulla scia del primo Festival dei Diritti svoltosi a dicembre 2023 a Francavilla, con il patrocinio oneroso del Comune, l’adesione alla rete Ready poteva essere un passaggio formale e naturale. Ma così non è stato.

O meglio, il Comune ha sì aderito approvando la mozione, ma non senza passare per una tesa e confusa, e a tratti surreale, discussione durante l’assise cittadina.

Ad aprirla è stato il consigliere Vanni Calò con il suo “intervento personale, non con come capogruppo della lista Idea: […] non ritengo che l’adesione alla rete Ready possa convergere nel vero conseguimento delle pari opportunità”.

Nella carta di intenti che il comune dovrebbe sottoscrivere, continua Calò, “si parla di tavole rotonde, di relazioni, di incontri. Parole, parole e parole. Parole che vanno a convergere in progetti volti a indottrinare ragazzi, giovani e adulti verso la propaganda dell’ideologia gender che vuole insegnare ai bambini piccoli che al momento della nascita non sono né maschi né femmine, ma quello che decideranno di essere in età adulta. Io credo che l’appartenenza a uno dei due sessi sia esclusivamente un fatto biologico che ha voluto e deciso il nostro creatore, chiunque esso sia. Per me, cattolico, nostro Signore Dio. E mi sento di difendere dai tentativi di messa in discussione di questa realtà”.

“Ritengo – aggiunge Calò – che gli enti pubblici non debbano enfatizzare la diversità. Affinché questo avvenga i ragazzi devono essere consapevoli che le discriminazioni vanno combattute nell’interesse della persona e non attraverso l’esclusività di una propaganda ideologica, soprattutto quella gender. Bisogna aiutare le persone concretamente, i malati, gli anziani, i disabili. L’omofobia c’è sempre stata, c’è e ci sarà”.

E tutto questo discorso è stato snocciolato sotto il naso dell’assessore con delega ai Diritti Civili e alle Pari Opportunità Sergio Tatarano, che ha replicato infastidito al consigliere di maggioranza: “Il Consigliere Calò avrebbe fatto bene a partecipare al Festival dei Diritti perché si sarebbe reso conto attraverso la testimonianza diretta delle persone invitate di quanto variegato sia quel mondo e di quanta sofferenza e solitudine ci sia all’interno di tante famiglie dove il tema dell’orientamento sessuale o della identità di genere viene soppresso. La vicinanza delle istituzioni a queste tematiche non è un capriccio. È un segnale concreto senza il quale molte persone si sentirebbero più deboli e meno tutelate. Sono principi che riconoscono a una cerchia più ampia dei diritti che spesso sono negati”.

L’appassionato intervento della capogruppo del Partito Democratico Alessandra Latartara, però, centra la questione politica: “Pensavo che questa mozione potesse essere votata da tutta la maggioranza. Quando dobbiamo alzare una mano e metterci la faccia, là cominciano i famosi retaggi culturali. Non posso accettare che questi ragionamenti arrivino da questi banchi, bisogna rispettare la sensibilità di una maggioranza”.

Ferma restando la libertà dei singoli consiglieri di votare a favore o meno di una mozione, il caso Calò fa emergere ancora una volta come l’identità politica di questa maggioranza che sostiene il Sindaco Denuzzo Bis sia quanto meno poco chiara.

Un “fritto misto” in continuità con la prima Amministrazione Denuzzo, e forse anche più misto: un’ampia compagine del Partito Democratico, progressista con le sue sfumature interne, una minuscola nicchia radicale nelle tematiche di laicità, ambiente e diritti, e un’altra bella fetta di democristiani di destra vecchia scuola, tirati a bordo di liste civiche varie ed eventuali. Senza tenere conto poi delle reciproche simpatie e antipatie personali.

In un intricato sistema di pesi e contrappesi, in cui il cerchiobottismo la fa da padrone, l’Amministrazione Denuzzo comunque naviga, forse tenuta insieme da ben altra laicità, quella della politica politicante: tanta prosa, davvero poca poesia.

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