Un tempo il giovedì dopo Pasqua i francavillesi partecipavano a un pellegrinaggio in processione verso la chiesetta della Madonna dei Grani, posta al confine tra Francavilla Fontana e Villa Castelli, in una zona tra le contrade Tagliavanti, Cicoria e Fallacchia, vicino alle sorgenti del Canale Reale.
Il pellegrinaggio ricorda un evento prodigioso ad opera della Madonna verso i francavillesi.
Le cronache, infatti, rimandano al 1529 quando un gruppo di soldati francesi, detti Cappelletti, disertarono e si dettero al saccheggio e alle rapine. Diretti verso Francavilla, trascorsero la notte prima dell’assalto nei pressi della sorgente del Canale Reale. La notizia dell’imminente attacco giunse presto in paese e i francavillesi, rifugiatisi in chiesa, affidarono alle preghiere le chiavi della città.
La mattina seguente tutta l’area in cui si erano accampati i Cappelletti fu inondata da un’esondazione provvidenziale del Canale Reale e la città fu salva.
In ricordo di questo evento prodigioso nella contrada fu costruita una chiesetta, e ogni anno fu la meta del pellegrinaggio del giovedì dopo Pasqua.
Genti da tutti i paesi vicini venivano a godersi lo spettacolo, il piazzale della chiesa e i campi circostanti erano pieni di carri, carrozze, trainelle e sciarabbà.
Il pellegrinaggio era molto sentito, i fedeli partecipavano con profondo misticismo recitando il Rosario, le Lodi alla Madonna e cantando inni popolari. Al termine delle cerimonie religiose, “l’allegria scoppiava da tutte le parti senza reticenze. Si veniva pigiati da quella folla variopinta, multicolore, d’ogni grado e d’ogni età”1. L’atmosfera diventava simile a quella di una gita fuori porta, con un’aria di festa e svago, “schiamazzi giulivi e scoppi di voci, e grida e suoni acuti di fanciulli s’accentinavano e si spandevano per l’aria aperta. E non vedevi altro che gioia pazza e spensieratezza su tutti i volti”1.
All’aperto si consumava il lauto pranzo con i prodotti tipici della settimana santa, palomme, frisedde e con “robbe culinarie d’ogni genere. E tutt’intorno era pieno di venditori di qualsiasi cosa, aranci, limoni, frutta secca, mandorle, copeta, “venditori di cretaglie, orefici… in una parola una fiera bella e buona”1.
Non sappiamo con esattezza quando questa tradizione si sia persa, né conosciamo se vi sia qualcuno che ne possegga un ricordo diretto. La chiesetta rurale oggi è in stato di abbandono, murata dalla proprietà per legittime ragioni di sicurezza. Tuttavia la riscoperta di questo rito sacro e profano allo stesso tempo – come la maggior parte dei riti – potrebbe essere una buona opportunità per la valorizzazione del territorio, in particolare negli ultimi anni in cui molta attenzione si dà al cosiddetto turismo lento e alle escursioni naturalistiche.
Fonti:
1Alfredo Barbaro Forleo, La leggenda di Grani, Napoli 1883
Pietro Lobello, La reale Arciconfraternita dell’Orazione e Morte sotto il titolo dell’Addolorata in Francavilla Fontana
Iscriviti al canale Telegram di PAESITUOI.NEWS
Resta aggiornato sulle notizie locali cliccando “Mi piace” sulla pagina Facebook di PAESITUOI.NEWS https://www.facebook.com/paesituoinews
Invia le tue segnalazioni tramite MESSENGER — WHATSAPP — EMAIL
Invia i tuoi comunicati stampa all’email redazione@paesituoi.news