Il giovedì dopo Pasqua, la seconda Pasquetta dei francavillesi: il pellegrinaggio a Madonna dei Grani

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Sottosopra, il Podcast di Paesituoi.News – Puntata 02

Sottosopra è il Podcast di Paesituoi.News: i fatti, i retroscena, il sopra e il sotto dalla città di Francavilla Fontana: questa è la seconda puntata del 27 gennaio 2023.

Un tempo il giovedì dopo Pasqua i francavillesi partecipavano a un pellegrinaggio in processione verso la chiesetta della Madonna dei Grani, posta al confine tra Francavilla Fontana e Villa Castelli, in una zona tra le contrade Tagliavanti, Cicoria e Fallacchia, vicino alle sorgenti del Canale Reale.

Il pellegrinaggio ricorda un evento prodigioso ad opera della Madonna verso i francavillesi.

Le cronache, infatti, rimandano al 1529 quando un gruppo di soldati francesi, detti Cappelletti, disertarono e si dettero al saccheggio e alle rapine. Diretti verso Francavilla, trascorsero la notte prima dell’assalto nei pressi della sorgente del Canale Reale. La notizia dell’imminente attacco giunse presto in paese e i francavillesi, rifugiatisi in chiesa, affidarono alle preghiere le chiavi della città.
La mattina seguente tutta l’area in cui si erano accampati i Cappelletti fu inondata da un’esondazione provvidenziale del Canale Reale e la città fu salva.

In ricordo di questo evento prodigioso nella contrada fu costruita una chiesetta, e ogni anno fu la meta del pellegrinaggio del giovedì dopo Pasqua.

Genti da tutti i paesi vicini venivano a godersi lo spettacolo, il piazzale della chiesa e i campi circostanti erano pieni di carri, carrozze, trainelle e sciarabbà.

Il pellegrinaggio era molto sentito, i fedeli partecipavano con profondo misticismo recitando il Rosario, le Lodi alla Madonna e cantando inni popolari. Al termine delle cerimonie religiose, “l’allegria scoppiava da tutte le parti senza reticenze. Si veniva pigiati da quella folla variopinta, multicolore, d’ogni grado e d’ogni età”1. L’atmosfera diventava simile a quella di una gita fuori porta, con un’aria di festa e svago, “schiamazzi giulivi e scoppi di voci, e grida e suoni acuti di fanciulli s’accentinavano e si spandevano per l’aria aperta. E non vedevi altro che gioia pazza e spensieratezza su tutti i volti”1.

festa madonna dei grani
L’aria di festa davanti la chiesa di Madonna dei Grani nei primi del Novecento (foto per gentile concessione di Angelo Sgura)

All’aperto si consumava il lauto pranzo con i prodotti tipici della settimana santa, palomme, frisedde e con “robbe culinarie d’ogni genere. E tutt’intorno era pieno di venditori di qualsiasi cosa, aranci, limoni, frutta secca, mandorle, copeta, “venditori di cretaglie, orefici… in una parola una fiera bella e buona”1.

Foto di gruppo festa madonna dei grani
Foto di gruppo durante la festa di Madonna dei Grani (foto per gentile concessione di Angelo Sgura)

Non sappiamo con esattezza quando questa tradizione si sia persa, né conosciamo se vi sia qualcuno che ne possegga un ricordo diretto. La chiesetta rurale oggi è in stato di abbandono, murata dalla proprietà per legittime ragioni di sicurezza. Tuttavia la riscoperta di questo rito sacro e profano allo stesso tempo – come la maggior parte dei riti – potrebbe essere una buona opportunità per la valorizzazione del territorio, in particolare negli ultimi anni in cui molta attenzione si dà al cosiddetto turismo lento e alle escursioni naturalistiche.

Fonti:

1Alfredo Barbaro Forleo, La leggenda di Grani, Napoli 1883
Pietro Lobello, La reale Arciconfraternita dell’Orazione e Morte sotto il titolo dell’Addolorata in Francavilla Fontana


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