È di pochi giorni fa la sentenza della Corte d’Appello di Lecce che condanna il francavillese Carmelo Calò a una pena di otto anni per l’aggressione a Davide Andriulo.
L’aggressione avvenne il 2 giugno 2020. Il motivo della lite: una ragazza. Così, quello che avrebbe dovuto essere un incontro chiarificatore si trasformò nella resa dei conti.
A farne le spese l’allora 25enne francavillese Davide Andriulo, colpito alla testa dal 23enne Carmelo Calò con un bastone di legno e ferro. Le condizioni di Andriulo da subito furono critiche. Portato in ospedale, gli amici e il padre, in un primo momento ignari dell’accaduto, riferirono di una caduta o un incidente.
La situazione si fece subito molto grave e la vittima fu trasferita all’ospedale Perrino di Brindisi, dove fu sottoposta a un intervento d’urgenza per “ematoma epidurale all’emisfero sinistro”. Poi il ricovero nel reparto di Rianimazione, la prognosi riservata, il coma dal quale si sarebbe svegliato solo dopo tre mesi.
Nel frattempo le indagini condotte dai Carabinieri di Francavilla Fontana avevano permesso di individuare il presunto responsabile dell’aggressione, Carmelo Calò, e l’arma utilizzata, ritrovata in un terreno di proprietà di quest’ultimo.
Attivatasi la macchina della giustizia penale, il 18 marzo 2021 il pubblico ministero della Procura di Brindisi Raffaele Casto aveva chiesto una condanna pari a dieci anni e dieci mesi per Calò, con l’accusa di tentato omicidio premeditato. La Giudice dell’Udienza Preliminare Vilma Gilli, aveva condannato il presunto autore dell’aggressione a una pena di dieci anni di reclusione, escludendo la premeditazione.
In sede di ricorso in Appello, l’avvocato difensore Giancarlo Camassa si sarebbe avvalso dell’istituto del concordamento: un accordo delle parti che prevede la possibilità di accoglimento, in tutto o in parte, dei motivi di appello con rinuncia agli altri eventuali, che successivamente deve essere accolto dalla Corte.
I giudici avrebbero confermato il resto della sentenza di primo grado e condannato Calò al pagamento delle spese processuali. Le motivazioni della sentenza, emessa il 18 marzo, saranno depositate entro 30 giorni.
Nel frattempo, Davide Andriulo è tornato a casa e, con l’aiuto della famiglia e delle tante persone che gli vogliono bene, sta affrontando il difficile percorso di riabilitazione.
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