Stop! Ecco il solito saputello sfaccendato, la groupie politica di turno, che commenta “Eh, ma prima vi lamentate quando si spende molto e adesso che non si spende quasi nulla…”. Intanto, caro saputello sfaccendato, qui si riportano fatti, non lamentazioni a caso.
Ed è un fatto che non esista ancora un cartellone organico delle iniziative estive 2025 a Francavilla Fontana. Dopo il cartellone di “Un Sacco Bella” (e un sacco costosa, oltre 440mila euro) dello scorso anno, con tre concerti ben pagati, iniziative estemporanee e rassegne di cui figurati se qualcuno si ricorda, questa estate ormai al giro di boa d’agosto non ha ancora un’identità precisa.
Certo, qualcosa si è fatto e altro si farà. E certo, dopo il forfait di Serena Brancale, che ha preferito la piazza di San Giorgio Jonico a quella francavillese, arriverà anche un artista degno della santa patrona locale. Con i fuochi e le luminarie, ci mancherebbe.
Ma l’impressione è che ci troviamo di fronte a una stagione ferma al palo, forse a causa degli slalom di bilancio che l’Amministrazione Denuzzo sta affrontando in questi mesi.
E questo sarebbe un male? Anche no: quelle risorse non spese potrebbero venire utili per rispondere alle attuali e future beghe amministrative: l’ineluttabile aumento della Tari, i contenziosi con chi presta servizio alla città e con privati coinvolti in burocratismi vari, gli imprevisti dei lavori pubblici sempre dietro l’angolo del cantiere. Ce ne sono di questioni che questa Amministrazione si ritrova a fronteggiare: qualche euro in più da parte non farà male.
Ma il tema è un altro: forse Francavilla dovrebbe tornare a vivere aspettative estive più equilibrate, che negli anni dell’Amministrazione Denuzzo sono state dopate da feste, festicciole e festacchioni sproporzionati rispetto al passato, inefficaci nel raggiungere obbiettivi concreti di turismo e crescita economica, e soprattutto ingiustificati di fronte a tante altre urgenze amministrative e sociali molto più prosaiche: la cura e il decoro della città e delle contrade, l’attenzione verso i più deboli a cui si dedicano capitoli di bilancio sempre più risicati, la crescita della zona industriale e lo sblocco della zona Pip, che potrebbero portare nuovo lavoro (altro che la bolla illusoria del turismo…) e molto molto altro ancora.
Quindi facciamoci bastare un paio di concerti come vengono e apprezziamo questa provvidenziale mancanza delle solite iniziative estive senza capo né coda. Impariamo a essere meno campanilisti e viviamo l’estate per quella che è: faugna, disagio e un po’ di tempo libero da non sprecare per forza in eventi pubblici costosi e dalla qualità assai discutibile.

