È l’icona del basket francavillese, l’uomo che più di tutti in città incarna i valori dello sport come passione, costanza e dedizione alla formazione dei più giovani. Più o meno tutti i ragazzini in città lo hanno conosciuto frequentando i corsi di pallacanestro e alcuni di loro per il suo ruolo di docente di lingua francese alle medie.
Il professore Luigi Camarda, Gino, 88 anni e una lucidità cristallina, ci accoglie nel salotto di casa sua per discutere delle ultime vicende relative al Palazzetto dello Sport di Francavilla.
L’Amministrazione Denuzzo ha scelto infatti di non mantenere una gestione pubblica del Palazzetto, opera costata diversi milioni di euro e agognata dai francavillesi per decenni: con un bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 10 giugno scorso, la scelta è stata invece l’affidamento della struttura a un soggetto privato e per 15 anni circa.
La Determinazione comunale del 20 settembre scorso indica già un vincitore della gara: si tratta della società FF Sport ed eventi Srls, costituita il 24 giugno scorso – dopo la pubblicazione del bando – e con sede a Francavilla. La società è composta da un socio e amministratore unico nella persona del signor Davide Olive, altro protagonista del basket sul territorio. La FF Sport ed eventi Srls ha ottenuto un affidamento della gestione con una durata di 14 anni e 11 mesi.
Allo stesso bando ha partecipato il Basket Francavilla 1963, società sportiva di cui il professore Camarda è Presidente onorario. Prima ancora dell’assegnazione ufficiale del Palazzetto, il Basket Francavilla 1963 ha chiesto all’Amministrazione di revocare il bando, con un comunicato molto duro in cui si parlava di un iter di assegnazione “travagliato”, di “molte e molto singolari criticità emerse”. Comunicato che ha innescato la replica piccata dello stesso Sindaco Antonello Denuzzo e del Presidente del Consiglio comunale Domenico Attanasi.
A parlarci meglio degli aspetti più tecnici è Giuseppe Pappadà, che accompagna il professore Camarda ed è un componente del Basket Francavilla 1963: la prima squadra ha vinto lo scorso campionato e si prepara ad affrontare fra mille incognite la prossima stagione in Serie C Silver. Intanto è impegnata nel campionato giovanile e nella formazione di un vivaio di decine e decine di piccoli e giovani allievi che oggi hanno problemi di spazi per allenarsi.
– Professore Camarda, la sua associazione sportiva riporta la data del 1963 nel nome, una passione che nasce sessant’anni fa.
(Camarda) “In realtà tutto è cominciato nel 1952, quando il professore De Quarto mi chiamò da parte per darmi del lavativo e impormi di giocare nella squadra di basket che aveva appena costituito, pena la bocciatura: ero alto 1 metro e 80, molto per quell’epoca, e la pallacanestro era uno sport nuovo per l’Italia, promosso dagli americani. Cominciai allora a giocare nella scuola Bilotta, non c’era ancora la palestra. Ricordo ancora i viaggi a Brindisi con Pino Truppi e altri amici, nelle scuole del capoluogo il basket era più diffuso. Qui a Francavilla non avevamo spazi, giocavamo per strada tracciando i bordi del campo con i gessetti.
Ci trasferimmo poi all’ingresso del campo sportivo, più o meno dove oggi è il parcheggio dello stadio. Successivamente trovammo rifugio al Convento, ma durò poco e andammo ad allenarci in via Mulini, nello spiazzo dove oggi è il parcheggio della fiera.
Lì ci notò il costruttore D’Antona: preoccupato per la nostra sicurezza, ci regalò il materiale per costruire un campo vero nei pressi della stazione. Era più o meno il 1957”.
– Tutto questo peregrinare e poi il sogno di un Palazzetto dello Sport a Francavilla.
(Camarda) “Per il Palazzetto ho lottato per più di 50 anni. Quante volte sono stato cacciato dal Comune per l’insistenza! A un certo punto si pensò anche a un Palazzetto ricavato nella struttura che oggi ospita il Famila, ma non se ne fece nulla.
Negli anni ’80 fu creato il pallone tensostatico e potemmo finalmente allenarci e giocare. Ma anche quello fu perso per mancanza di cura e custodia.
Ci trasferimmo allora nella nuova palestra della scuola San Francesco, grazie al preside De Franco. Oggi lì abbiamo soltanto 4 ore settimanali disponibili”.
– Ma il Palazzetto è arrivato davvero nell’aprile del 2019, anche se dopo decenni di lavori e polemiche.
(Pappadà) “Quella del Palazzetto in origine era una struttura pensata come centro per gli anziani: è rimasta abbandonata per anni e soltanto a metà dei ’90 ha preso il via la riconversione. E meno male che il professore Camarda ha insistito per così tanto tempo!
Per poter usare quel Palazzetto, prima ancora dell’inaugurazione ufficiale, rimaneva una spesa per la pulizia straordinaria di circa 3mila euro. Il Comune ce li ha negati, le altre società sportive non erano disponibili e quindi abbiamo anticipato quella somma di tasca nostra. Perché il problema è proprio l’assenza di strutture idonee a praticare sport, a fronte dell’attività di diverse società sportive francavillesi”.
(Camarda) “Per molti anni siamo stati costretti a peregrinare con la prima squadra in altre città della provincia. Quest’anno rischia di ripresentarsi lo stesso problema: dover andare a giocare fuori da Francavilla nonostante la presenza di un Palazzetto dello Sport”.
– Tuttavia i motivi oggi sono diversi e legati all’assegnazione del Palazzetto a un soggetto privato e non più pubblico. Avete contestato il bando perorando la causa di una gestione pubblica, ma avete partecipato anche voi alla gara per l’assegnazione: avete cambiato idea?
(Pappadà) “Nel merito della privatizzazione del Palazzetto dello sport non abbiamo cambiato idea. Abbiamo detto sin da tempi non sospetti che ritenevamo sbagliata e letteralmente inspiegabile una privatizzazione fatta con queste modalità. Lo abbiamo detto innanzitutto come cittadini, prima ancora che come sportivi.
Il nostro comunicato ufficiale del 23 agosto, rivolto all’Amministrazione, è lì a dimostrare quella che era la nostra posizione, quali erano le nostre domande.
Abbiamo dato il giusto peso a tutti i pochissimi interventi di replica senza farci condizionare dalla mutria di chi è intervenuto perché siamo naturalmente portati a dare peso solo ai contenuti.
All’epoca del comunicato, l’assegnazione era di là da venire, non eravamo quindi la classica volpe che non era arrivata all’uva. A meno che qualcun altro non divinasse già l’esito finale che ci sarebbe stato solo un mese dopo”.
– Avete chiesto ragioni all’Amministrazione comunale: che risposte avete ricevuto?
(Pappadà) “L’Amministrazione non ha ritenuto di dare risposte a noi e alla cittadinanza tutta.
Nel frattempo c’è stata l’assegnazione del Palazzetto, una assegnazione effettuata curiosamente “con procedura di urgenza” ad una delle tre società che avevano partecipato alla gara”.
– Qualche giorno fa è stato reso noto chi sarà il gestore privato del Palazzetto, gestore che dovrà comunque consultare le società sportive del territorio, anche se sarà sua la decisione ultima sulle attività in quel bene pubblico.
(Pappadà) “Oggi sappiamo anche a chi la Pubblica Amministrazione erogherà, prendendoli dalle tasche dei cittadini, un contributo di gestione del Palazzetto per la bellezza di 33mila euro circa l’anno per i prossimi 15 anni, a fronte di un canone annuale di concessione di 19mila euro circa.
33mila euro è una cifra ottenuta dal lavoro di analisi di costi e ricavi della gestione del Palazzetto, risultato finale di un business plan predisposto ed elaborato non dal gestore ma dagli Uffici Comunali. Perché l’Amministrazione si sostituisce all’imprenditore e gli garantisce l’azzeramento delle perdite della gestione per i prossimi quindici anni? Come a dire: imprenditori, venite a Francavilla perché se avete imprese che vanno male, ci sono io Comune che vi azzero le perdite.
Il business Plan non contempla però altri possibili introiti relativi alle attività del Palazzetto: con un po’ più di attenzione il Comune avrebbe evitato di indebitare la Comunità per decine di migliaia di euro per i prossimi 15 anni.
Non è neppure prevista una qualsiasi garanzia da acquisire a tutela del patrimonio pubblico che nel caso specifico è costituito da un Palazzetto che vale diversi milioni di euro. Mentre per il campo sportivo è stata richiesta una fidejussione adeguata al bene pubblico in gestione.
E nel bando non c’era nessun riferimento al curriculum dei concorrenti. Qualunque signor sconosciuto avrebbe potuto presentarsi e vincere, anche senza alcuna esperienza pregressa”.
– Se non vi sta bene l’esito del bando avete comunque la possibilità di fare ricorso al TAR, in quanto partecipanti alla gara di assegnazione.
(Pappadà) “Non abbiamo emesso comunicati o in qualche modo commentato l’assegnazione. Sappiamo bene che per impugnare l’esito della gara bisogna verificare se vi sono elementi che meritano il ricorso al TAR. L’esame di parte degli atti della procedura, in attesa di riceverne il completamento, evidenzia sufficienti elementi che ci convincono ad impugnare l’esito della gara.
Stiamo quindi valutando il ricorso al TAR ma per ora non abbiamo risorse finanziarie sufficienti per sostenere i costi della procedura di impugnazione: la giustizia non è gratis, far valere i propri diritti costa e non poco. E tra pochi giorni scadono i termini per attivare il TAR, con buona pace di molti.
Nessuno si meravigli se diciamo di non avere risorse sufficienti. Possiamo contare su sponsor storici e nuovi che non ringrazieremo mai abbastanza per la loro presenza ma a loro, in questo momento così difficile non chiederemo loro ulteriori sacrifici.
Abbiamo inoltre deciso di ridurre di un terzo, da 30 a 20 euro, la quota mensile che le famiglie ci riconoscono per i bambini che vengono a praticare il nostro minibasket. Una riduzione che inciderà forse poco sul tenore di vita delle famiglie, ma che per noi costituisce un grande sacrificio fatto comunque volentieri perché nessuno dei nostri bambini debba rinunciare al nostro minibasket.
Per il ricorso, chissà, potremmo provare ad avviare una raccolta fondi, proveremo di tutto pur di continuare a dare al nostro storico movimento quella continuità che merita, visti soprattutto i recenti risultati sportivi ed il rinnovato entusiasmo”.
– Professore Camarda, qual è il suo stato d’animo dopo l’assegnazione del Palazzetto dello Sport ai privati?
(Camarda) “Sono distrutto. Sono deluso da questa idea di affidare a privati il Palazzetto. Per ottenerlo mi sono battuto negli ultimi 50 anni: ma l’ho fatto per un Palazzetto che fosse di tutti quanti i francavillesi. Da parte nostra il basket è stato sempre passione e impegno educativo verso i più giovani, senza nessuno scopo di lucro.
Avrei preferito una gestione pubblica del Palazzetto, di garanzia per tutti e con il contributo di tutte le associazioni”.
– Cosa accadrà adesso al Basket Francavilla 1963? Come sarà questa vostra prossima stagione sportiva?
(Pappadà) “Abbiamo un campionato da affrontare e se il nuovo gestore privato non garantirà condizioni accettabili dovremo andare via da Francavilla. Soprattutto dovremo interrompere le attività sportive per i più piccoli e ci dispiacerebbe molto.
Ci auguriamo che la temuta “monopolizzazione” tale non sia e che possiamo contare ancora sulle “nostre” 12 ore settimanali di accesso al Palazzetto. Vi faremo sapere”.
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