Il Consiglio comunale di martedì 2 luglio scorso ha approvato il nuovo Regolamento edilizio di Francavilla Fontana. Più che una rivoluzione, si tratta di un aggiornamento, in parte obbligatorio, a cui il Comune era tenuto ormai da tempo.
Il Regolamento disciplina l’attività edilizia e urbanistica pubblica e privata nella città e ne definisce i contorni: il documento che si è provveduto ad aggiornare risaliva agli anni ’70 del secolo scorso, poche pagine su cui si è basato lo sviluppo urbanistico di Francavilla. Quel documento, storicamente superato da anni, a parte i volumi, non regolamentava in modo corretto e puntuale le novità urbanistiche degli ultimi decenni e l’espansione edilizia, così disordinata a Francavilla Fontana.
Un disordine che ha fatto comodo un po’ a tutti, ma che non è stato né economicamente sostenibile né bello da vedere. Basta farsi un giro per la città e nelle campagne intorno per rendersene conto.
La novità sostanziale di questo aggiornamento riguarda l’adeguamento obbligatorio ad alcune disposizioni nazionali e regionali, a partire dalla “nomenclatura” di istanze e attività edilizie: questo per provvedere a uniformare ciò che avviene a Francavilla con il resto del Paese.
“Al suo interno – dichiara il comunicato del Comune – sono contenute disposizioni per la tutela dei valori ambientali e architettonici, per il decoro e la qualità dell’ambiente, per l’igiene e la sicurezza”. Ma non sono meglio specificate.
Piuttosto le piccole novità vengono invece dall’accoglimento parziale dei pareri dei tecnici francavillesi che hanno richiesto alcuni adeguamenti rispetto alle chiostrine, recinzioni dei fondi rustici (per cui ora sono ammessi anche i conci di tufo), superfici accessorie come lavanderie (che non computeranno superfici aventi destinazioni diverse), vani deposito (altezza pari a 2,49 metri e superficie utile di massimo 9 mq), pergolati (con possibilità di copertura di pannelli fotovoltaici), qualità architettonica e inserimento paesaggistico delle costruzioni (con l’eliminazione del parere della Commissione Paesaggistica per ampliamenti in zona agricola superiori al 10%, perché in contrasto con il PPTR).
A conti fatti, nessuna grande rivoluzione.
Il documento sarà poi inglobato e sostituito dal PUG, quando un giorno forse approderà in Consiglio Comunale.