Il consigliere comunale Antonio Eugenio De Simone ha presentato la mozione volta a istituire un salario minimo orario per i dipendenti comunali e quelli impiegati dalle imprese che operano per conto del comune di Francavilla Fontana.
La mozione, firmata anche da altri Consiglieri comunali, mira a garantire che i lavoratori ricevano una retribuzione minima equa, stabilita a 9 euro l’ora. Questa iniziativa è volta a sostenere i principi di giustizia sociale e equità, assicurando che tutti i lavoratori abbiano un reddito dignitoso per sostenere sé stessi e le proprie famiglie.
La proposta è basata su diversi elementi: si fa riferimento alla Costituzione italiana, che sancisce il diritto del lavoratore a una retribuzione adeguata. Inoltre, si prende in considerazione il contesto europeo, dove il salario minimo è già una realtà in numerosi Paesi e ha dimostrato di contribuire all’aumento dei salari dei lavoratori più svantaggiati.
La mozione si basa anche su dati recenti che evidenziano la necessità di intervenire per contrastare il calo dei salari reali in Italia. Inoltre, si fa riferimento a una sentenza della Cassazione che ha sottolineato il diritto del lavoratore a un salario minimo costituzionale e dignitoso.
La proposta non riguarda solo il settore pubblico, ma si estende anche al settore privato, con disposizioni che coinvolgono le imprese che lavorano per conto del comune.
Di seguito il testo completo della mozione e i Consiglieri comunali firmatari.
MOZIONE
Oggetto: mozione consiliare per l’Istituzione di un Salario Minimo orario per i lavoratori dipendenti e in appalto per il Comune di Francavilla Fontana
PREMESSO CHE
la Costituzione, all’art. 36, dichiara: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”;
– che il salario minimo legale è già una realtà in 22 Paesi europei su 27, dove ha dimostrato di contribuire all’aumento degli stipendi dei lavoratori che venivano pagati di meno;
– che l’Italia, come è possibile leggere nel rapporto OCSE “è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie”; alla fine del 2022, i salari reali nella penisola erano calati del 7,5% rispetto al periodo precedente la pandemia contro una media Ocse del 2,2%;
– che il sostegno alla proposta di legge sul salario minimo può essere un modo per i sindaci di dimostrare l’impegno in ordine ai valori di equità e giustizia sociale: garantire che tutti i lavoratori abbiano un reddito dignitoso può contribuire a creare una società più equa inclusiva;
– che con la recente sentenza 27711/2023 la Cassazione ha sancito il diritto del lavoratore al salario minimo costituzionale, congruo e dignitoso; la sentenza ha stabilito che il salario minimo possa essere fissato dal giudice in modo che sia proporzionale e sufficiente a garantire gli standard minimi di legge: in sintesi il salario può essere disposto per legge e non esclusivamente tramite contrattazione collettiva;
CONSIDERATO CHE
– che l’istituzione a livello nazionale di un salario minimo, se approvata, “rafforzerebbe la contrattazione collettiva”, e farebbe aumentare di 804 euro in media le retribuzioni di 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori (dati presentati dall’Istat, in audizione nella commissione Lavoro alla Camera, sulla base del Registro annuale su retribuzioni, ore e costo del lavoro per individui e imprese);
– che il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, la Cgil e le altre forze di sinistra hanno fatto una tale proposta di Legge a livello nazionale per introdurre “una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora” a significare che, “se in un contratto collettivo il minimo tabellare è fissato a 11 euro lordi l’ora, questo resterà tale; laddove, invece, un contratto preveda una paga oraria di 6 o 7 euro, essa sarà alzata a 9 euro”, raccogliendo oltre 300 mila firme.
CONSIDERATO CHE
– La recente approvazione (12 marzo 2024) nel Consiglio regionale della Puglia della mozione presentata dal Partito Democratico, che chiede di sostenere, in Conferenza Stato-Regioni e in tutte le sedi opportune, di concerto con le parti sociali, tutti gli atti e le misure volti a promuovere l’avanzamento con urgenza della proposta di legge N.1275 presentata il 04/07/2023 (Disposizioni per l’istituzione del salario minimo)
– che il risultato raggiunto in Regione Puglia, con l’approvazione della Mozione, rappresenta un avanzamento fondamentale verso una società più giusta ed equa, e lancia un segnale forte e preciso a sostegno dei lavoratori. Un salario minimo è un passo avanti nella tutela dei lavoratori a basso reddito, alla loro dignità, alla lotta alla povertà lavorativa, è un riconoscimento del valore del lavoro, al senso di rispetto e valore personale che spetta ad ogni lavoratore, senza perdere di vista l’impatto sulla competitività delle imprese: la proposta di legge di PD e M5S tiene conto anche di questo aspetto, cercando di bilanciare la protezione dei lavoratori con la sostenibilità economica delle aziende; viene considerato il fatto che un salario minimo adeguato può migliorare la produttività e la soddisfazione dei dipendenti, beneficiando anche le imprese nel lungo termine;
– che l’istituzione di un salario minimo orario per i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, non rappresenta un tema confinabile esclusivamente in ambito nazionale o di Assemblea parlamentare, ma che investe in pieno l’interesse e l’ambito Comunale, per le ricadute intrinseche verso i lavoratori diretti e indiretti, che sono prima di tutto cittadini, basti menzionare il conseguente miglioramento delle condizioni di lavoro, come anche tutti gli effetti connessi, in ordine alla riduzione delle disuguaglianze, alla riduzione della dipendenza dai sussidi statali e lo stimolo che porterebbe all’economia locale;
CONSIDERATO CHE
– Un salario minimo adeguato può contribuire a ridurre le disuguaglianze economiche all’interno di una comunità. Assicurare a tutti i lavoratori un reddito minimo garantito può aiutare a ridurre la povertà e migliorare la qualità della vita per le persone con redditi più bassi, ad esempio nell’accesso all’abitazione e alle spese di base come l’educazione e l’assistenza sanitaria;
– il salario minimo più alto può stimolare l’economia locale. Quando i lavoratori guadagnano di più, hanno maggiori possibilità di spendere, il che può aumentare la domanda di beni e servizi locali. Ciò può a sua volta sostenere le imprese locali, creare posti di lavoro e favorire lo sviluppo economico del territorio;
– Un salario minimo adeguato può inoltre contribuire a migliorare le condizioni di lavoro per i dipendenti. Ciò potrebbe includere orari di lavoro più stabili, migliori benefit, maggiori opportunità di formazione e crescita professionale. Migliorare le condizioni di lavoro può aumentare la soddisfazione dei dipendenti e la produttività complessiva;
– Infine, un salario minimo più alto può ridurre la dipendenza dei lavoratori dai sussidi statali o dai programmi di assistenza sociale erogati dal Comune. Quando i lavoratori guadagnano un reddito sufficiente per soddisfare le proprie esigenze di base, è meno probabile che debbano fare affidamento sui sussidi governativi e distribuiti nel territorio dal Comune; Ciò può ridurre gli oneri finanziari complessivi per il governo e consentire di allocare risorse verso altre urgenti priorità sociali.
SI IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
– A disporre, d’ora in avanti, per coloro che lavoreranno in un appalto comunale un salario minimo di 9 euro l’ora.
– A predisporre entro 70gg un apposito regolamento comunale da sottoporre all’esame della competente commissione consiliare per poi essere licenziato dal consiglio comunale prima del periodo estivo, per disciplinare tutte le fasi volte a garantire il principio giuridico cui questo ente di vuole dotare. Tale regolamento dovrà disciplinare le fase e i procedimenti istruttori volti a certificare la piena osservanza delle norme regolamentari. Tale attività di verifica va estesa periodicamente anche alle aziende appaltanti dei servizi comunali (trasporto scolastico, servizio pulizia uffici comunali, servizi biblioteca comunale, asili nido ecc…)
– A prevedere in tutte le concessioni e in tutti gli appalti banditi dal Comune di Francavilla Fontana e dalle società sulle quali esso eserciti un controllo analogo, che gli atti di concessione e i bandi contengano una clausola che imponga alle imprese partecipanti – in attuazione dell’art. 36, comma 1, della Costituzione e dell’articolo 11, comma 1, del Codice dei contratti pubblici (Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36) – l’applicazione del contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro, stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e quello il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto o della concessione svolta dall’impresa anche in maniera prevalente, e in ogni caso una retribuzione non inferiore a nove euro lordi l’ora.
I consiglieri comunali
Antonio Eugenio De Simone
Luigi Argentieri
Alessandra Latartara
Massimo Itta
Maurizio Bruno
Anna Maria Padula
Nicola cavallo
Luigi Fanizza
Nicola Lonoce