Basket Francavilla 1963, intervista a coach Caforio: “Forti finché saremo una grande famiglia”

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Sottosopra è il Podcast di Paesituoi.News: i fatti, i retroscena, il sopra e il sotto dalla città di Francavilla Fontana: questa è la seconda puntata del 27 gennaio 2023.

Incontro coach Massimo Caforio, giovane allenatore del Basket Francavilla 1963, poco più di 24 ore dopo la folle vittoria contro l’Olympia Rutigliano, portata a casa grazie a due tiri liberi di Antonio Serpentino a un decimo di secondo dal termine del match. Poche ore di sonno e ancora tanta adrenalina. La mattinata è fredda e piovosa, ma la voglia di raccontare è tanta. Iniziamo!

Intanto come stai dopo l’ultima partita a Rutigliano?

Durante l’ultima partita sono morto e rinato tre o quattro volte, per poi riprendermi definitivamente a un decimo di secondo dalla fine. È stata una vera battaglia e questo è il bello di questo sport, che fino alla fine te la puoi e te la devi giocare. Anche se avessimo perso, magari avrei brushcato, però ho visto un gruppo che gioca e lotta come una vera squadra. Ma ero sicuro che Serpentino avrebbe fatto due su due dalla lunetta.

Proviamo ad andare con ordine. Ci racconti i tuoi primi passi nel mondo della pallacanestro?

Il mio primo incontro con la pallacanestro è avvenuto circa trent’anni fa, quando andavo a vedere le partite di mio fratello che giocava al Pallone Tensostatico sulla via per Grottaglie. Ricordo il professore Camarda che diceva “Perché non provi?”. Al primo allenamento avevo sei anni. Era nella palestra della San Francesco e l’allenatore era Nicola Turrisi. Entrai e dopo cinque minuti scappai via piangendo. Ritornai il lunedì seguente e da quel giorno non ho più abbandonato. Finché gli avversari erano alti quanto me, andava tutto bene. Quando ho cominciato a vedere che gli altri crescevano e io invece no, ho capito che forse avrei potuto intraprendere un altro percorso (sorride).

Però ricordo che avevi un’ottima mano dalla lunga distanza.

Sì, diciamo che il mio cavallo di battaglia era il tiro da fuori.

Quindi decidi di iniziare la strada da allenatore.

Nel 2017 ho preso il patentino da allievo allenatore e poi da allenatore di base. Ho iniziato come secondo assistente di Alessandro di Pasquale in serie C Silver e poi come vice allenatore di Peppe Vozza, Antonio Capozziello e Antonio Alba. Nel frattempo sono stato anche primo allenatore della leva Under 13, con Angelo Altavilla vice allenatore. Fino a marzo del 2020, quando a causa del Covid ci siamo dovuti fermare. Nella stagione 2020/2021, in seguito a vicissitudini spiacevoli con la Federazione e siccome i costi per fare tamponi ogni due giorni erano troppo alti, abbiamo deciso di tirare una linea, occuparci solo del settore giovanile e ripartire da lì. Gli impegni professionali mi impedivano di seguire una leva come primo allenatore e quindi ho fatto il vice allenatore di Antonio Lombardo (attuale responsabile tecnico del settore giovanile) fino a giugno 2021. Quest’anno siamo ripartiti, ci hanno assegnato questa categoria, la Serie D. La società è venuta da me e mi ha detto “Ma’, che dici? È arrivato il momento di provare a fare il capo allenatore?”. E io molto onestamente non mi sono tirato indietro.

Cosa vuol dire per te allenare il Basket Francavilla 1963?

Ho colto l’occasione al volo, non me la volevo far scappare. Perché era anche un piccolo sogno. Allenare la squadra della mia città, con la società dove sono cresciuto è un grande orgoglio. Indipendentemente dalla categoria, poteva essere anche Promozione, però guidare la tua città, nel Palazzetto, è una grande soddisfazione. Ho avuto anche dei dubbi, pensavo magari di non essere ancora pronto. Però se non inizi, non lo sai. Ho chiamato alcuni colleghi con cui avevo lavorato per chiedere consigli e mi hanno incoraggiato molto.

Massimo Caforio, allenatore del Basket Francavilla 1963
Massimo Caforio, allenatore del Basket Francavilla 1963 (Foto: Basket Francavilla 1963)

Francavilla ha una tradizione cestistica lunga quasi sessanta anni e ha avuto un vivaio sempre molto promettente. Che criteri avete usato per formare la squadra?

Abbiamo voluto fare un mix di giocatori con più esperienza e di giovanissimi provenienti dalla categoria Under 19, per metterli anche alla prova in un campionato senior e per farli crescere. Il roster è formato quasi per intero da giocatori di Francavilla. Siamo partiti così, è stata una scommessa e a dicembre eravamo primi in classifica. A gennaio abbiamo avuto l’opportunità di prendere Lillo Leo, che gioca a pallacanestro da vent’anni e può fare la differenza. Certo, la prima posizione in classifica pesa sempre di più, ma siamo primi e combattiamo.

Se la situazione internazionale non fosse così drammatica, la domanda di attualità che ti avrei fatto sarebbe stata sul Covid, su come vi ha limitato e vincolato. Ad esempio questi ultimi appuntamenti, quattro partite in due settimane per recuperare i turni persi durante l’ondata di pandemia, immagino che mettano sotto stress la squadra.

Sì, quella di oggi sarà la quinta partita in quindici giorni, di cui due incontri molto duri e impegnativi sia fisicamente che mentalmente. Oggi giochiamo il derby contro l’All Star Basket Francavilla. Una partita a sé, l’unica squadra contro cui abbiamo perso. Siamo obbligati a vincere anche se siamo in emergenza a causa di qualche infortunio. Ovviamente questo ritmo mette a dura prova il fisico e la testa della squadra, anche perché diminuiscono per forza di cose gli allenamenti e la possibilità di preparare le partite come vorremmo.

Come abbiamo detto, tu sei parte integrante della società. Quindi immagino che le tue ambizioni sportive coincidano con quelle della dirigenza. Quali sono, giunti a questa fase, i vostri obiettivi?

È inutile nascondersi. In Serie D non tutti si possono permettere Serpentino, Gualano, Curri, Urso, Maggio, parlando solo dei senior. Dopo l’arrivo di Leo, Francavilla è la squadra da battere. Io sono molto scaramantico e mentre dico questo, faccio tutti i gesti possibili. Ad oggi le possibilità sono di arrivare primi o secondi e accedere alla fase dei Playoff, che è molto articolata anche solo da spiegare. Ti dico soltanto che l’obiettivo è iniziare i Playoff con quanti più punti possibile.

Tu che hai vissuto la pallacanestro nei tempi in cui si giocavano campionati anche di categoria superiore nella palestra di una scuola, come consideri ora la possibilità di allenarvi e giocare in un palazzetto?

Da un lato mi dispiaceva lasciare la San Francesco perché cominciava a diventare il nostro fortino. Non è mai facile giocare in quella palestra. Abbiamo vinto tante partite là dentro, con il pubblico che era a due metri dal bordo del campo a far sentire il proprio calore. Però era ora che arrivasse il Palazzetto. Non tocca a me dirlo, però vedo gli sforzi dei ragazzi e della società che non ci fa mancare nulla. E il Palazzetto, in termini economici e di visibilità, è sicuramente molto d’aiuto.

Dopo la vittoria contro l’Invicta Brindisi, in un comunicato stampa la società ha scritto che “continuare a sognare è lecito”. Però dietro alla possibilità di realizzare un sogno ci deve essere sempre un gruppo di persone che lavora tutti i giorni affinché quel sogno diventi realtà.

Il Basket Francavilla 1963 è una grande famiglia. Dallo staff del minibasket al settore giovanile, dai dirigenti al professore Gino Camarda che è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, passando per il preparatore atletico Alfredo Ciracì senza il quale i giocatori non avrebbero potuto raggiungere la condizione fisica che hanno. Un grande gioco di squadra che è quello che ci fa andare avanti. Finché saremo una grande famiglia, anche a piccoli passi… vedremo quello che succederà. Non mi far dire niente ché sono scaramantico, ti ho detto!


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