La vicenda del Centro di Carico Intermodale non vede purtroppo una svolta positiva: l’ennesimo bando promosso dall’Amministrazione Denuzzo, scaduto il 12 luglio scorso, è andato deserto.
Eppure durante una precedente fase esplorativa si era manifestato l’interesse di ben quattro imprese. E questo nuovo bando, recependo alcune indicazioni degli interessati, contemplava la possibilità di un doppio binario di accesso alla struttura: l’acquisto al valore di mercato oppure il pagamento del diritto di superficie per 50 anni con la possibilità di trasformarlo in diritto di proprietà. Novità davvero importante, che però non è servita a dare quell’impulso in più alla partecipazione.
Intanto l’assessore Carmine Sportillo, con delega alle Attività Produttive, delinea un possibile nuovo percorso: “Stiamo valutando il da farsi. Come da Regolamento Comunale, potremmo riproporlo abbassando il prezzo di acquisto del 10%. Decideremo in tempi brevi”.
Ma si tratta solo di una questione di prezzo? Sembrerebbero piuttosto altre le criticità che emergono in tutta la vicenda e che sono state anche oggetto di richiesta di approfondimenti da parte di un possibile partecipante alla gara. Tanto da far slittare il termine del bando dal 30 giugno al 12 luglio, tempo tecnico per rispondere ai quesiti dell’interessato. Evidentemente le risposte non sono state convincenti e nessuno ha trovato le condizioni giuridiche ed economiche convenienti per una partecipazione al bando.
Già in un articolo del 29 maggio scorso evidenziavamo come per il Centro di Carico Intermodale non sia mai stata rilasciata alcuna agibilità: vale a dire che nessuna attività è permessa fino a quando eventuali lavori di ripristino non saranno effettuati da parte dell’aggiudicatario e, soprattutto, valutati positivamente dagli uffici comunali con il rilascio dell’agibilità.
E ancora, esiste la questione della destinazione d’uso: la denominazione esatta della struttura è “Centro intermodale e dei servizi commerciali e reali per i prodotti ortofrutticoli e per l’agricoltura nell’area allargata di Francavilla Fontana”, un impianto ideato e finanziato per i “servizi commerciali e reali per i prodotti ortofrutticoli e per l’agricoltura”, solo per quello e non per altro. Definirlo invece “Centro intermodale per i servizi commerciali” è solo una comodità e non di certo una variazione di destinazione d’uso. Il possibile partecipante e vincitore del bando avrà mai la certezza che l’Amministrazione comunale varierà questa destinazione d’uso? La Regione Puglia, che finanziò il progetto per quella destinazione, farà ricorso?
Queste solo due delle criticità relative alla struttura, che fanno pensare che forse non sia il caso che il Comune di Francavilla non passi la mano ad altri Enti – il Consorzio ASI? – che possano gestire quella struttura in modo più agile e meno vincolato.
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