Entrando nei Musei Vaticani si resta disorientati dalla vista della Scuola di Atene. L’imponente affresco che Raffaello Sanzio dipinse nei primi anni del 1500 incornicia in una scenografia rinascimentale cinquantotto figure, i filosofi e matematici più celebri dell’antichità. Al centro dell’affresco e della prospettiva si muovono due figure cardine del pensiero occidentale: Platone, regge il Timeo e indica con l’indice della mano destra il cielo, il mondo delle idee e dell’astrazione; lo guarda Aristotele, alla sua destra, distende il braccio a mezz’aria e con il palmo aperto della mano fa per riportare le idee di Platone verso la terra, al mondo sensibile e razionale, alla concretezza. Due filosofi nettamente distinti e contrapposti nella visione del mondo.
Entrando nella competizione politica della città di Francavilla, a pochi mesi dalle elezioni amministrative della prossima primavera, cambiano la scena, i personaggi e il contesto, ma di quell’affresco capitolino resta immutata la contrapposizione fra parti sociali che si scontrano nella maniera di percepire, comunicare e restituire questa porzione di Salento. Una divisione che non trova sintesi e spacca la comunità francavillese.
Così da un lato, con il dito puntato verso l’alto, troviamo l’Amministrazione Denuzzo e la sua agenda politica, marcatamente connotata in questi mesi dalle scelte della pedonalizzazione integrale di via Roma, l’istituzione di piste ciclabili con paletti dove necessario, l’abbattimento degli alberi di leccio di Palazzo Imperiali causa Peba, e in ultimo l’assegnazione a gestori privati di beni pubblici come il Palazzetto dello Sport.
Temi per la maggior parte in capo all’assessorato alla Mobilità Sostenibile di Sergio Tatarano e condivisi o promossi dal Sindaco Denuzzo e dalla sua maggioranza. Temi gestiti con una radicalità senza compromessi, polarizzanti quanto basta a dividere la città in fazioni pro e contro quel provvedimento o annuncio che sia. Temi che nella comunicazione istituzionale eclissano la percezione di qualunque altra azione amministrativa, anche quella più lodevole e di valore.
Così dall’altro lato, con il palmo della mano ben puntato nel senso opposto, trova spazio un’ampia fetta di francavillesi, a cui fa eco un’opposizione politica fino a qualche tempo fa spesso dormiente, che contesta online e offline le scelte di questa Amministrazione. I negozianti di via Roma si dicono esasperati e inascoltati; le società sportive, deluse dalle scelte di privatizzazione; gli automobilisti, vessati da una viabilità caotica; gli ambientalisti, infine, sbigottiti a sentir parlare oggi di alberi da eradicare.
Il basso si divide dall’alto, le opinioni mutano in scontro. Una parte denigra l’Amministrazione e sui social la taccia di arroganza, incapacità di relazione, solipsismo cosmico. Un’altra risponde con i sostenitori della mistica della pedonalizzazione, del “camminate a piedi!”, “prendete la bicicletta!”, “via Roma chiusa e punto!”, quando va bene. E tutti incapaci di ascoltarsi, confrontarsi democraticamente e contestualizzare gli argomenti nella realtà.
È vero, un amministratore pubblico ha il dovere delle scelte e il peso delle conseguenti responsabilità. Ma quanto le decisioni su questi temi così in vista sono state condivise e fatte maturare nell’opinione pubblica? Quanto sono state ponderate e mediate per risultare digeribili alla più larga fetta della comunità francavillese?
La reazione avversa e irrequieta di una parte composita del corpo sociale francavillese lascerebbe pensare che poca cura sia stata dedicata alla condivisione e ai percorsi di partecipazione intorno alle scelte potenzialmente più divisive. Oggi un sindaco non è più un sindaco, ma un community manager e deve saper comporre e ricomporre le parti. Un processo decisionale senza dubbio più tortuoso di un “si fa così e basta”, che è quanto viene percepito da una parte di francavillesi – a torto o a ragione – tramite l’azione e la comunicazione politica dell’attuale amministrazione comunale.
L’alto contro il basso, la complessità contro la banalità, i ciclisti contro gli automobilisti, gli ambientalisti contro i disabili, il tutto frullato con pregiudizi, snobismo, opinioni di pancia, malessere diffuso. Dov’è il merito e il guadagno nel polarizzare l’opinione pubblica di una comunità? A chi o a cosa serve spaccarla in questa maniera? Forse davvero qualcuno pensa di trarre qualche beneficio elettorale nello sbandierare il vessillo del “futuro” tacciando la parte avversa di passatismo e nostalgie da inquinamento Euro 0? Per dire, quanto lo si vorrà spremere il limone elettorale di via Roma chiusa al traffico?
Tanto più che polarizzare significa posizionarsi in uno spazio politico e lasciarne tuttavia incustodito l’opposto, della cui estensione elettorale non si può essere certi. In attesa che entrino ufficialmente in scena gli avversari di Denuzzo, nella polarizzazione fra chi guarda al cielo e chi riporta tutto alla terra, sarà gioco facile per altri candidati sindaci collocarsi e cavalcare i temi divisivi già offerti gratuitamente dall’Amministrazione uscente.
Ecco allora il contesto francavillese alla vigilia dei mesi più caldi di una campagna elettorale che si preannuncia senza mitezza e senza misura. Che sia desiderato o meno dalla strategia elettorale dell’attuale maggioranza al governo, o che ci sia o meno una strategia, non è dato sapere. Certo è che quanto stiamo per vedere sarà nient’altro che un film dalla trama prevedibile, con gli avversari del Sindaco uscente nel ruolo dei rappresentanti del popolo contro gli inquilini di Palazzo Imperiali, difensori delle scelte dal basso contro le imposizioni dall’alto, del pane contro le brioches. Un film con nemmeno mezza stella, noioso già dal trailer.