Tra le – poche, diciamolo – facce nuove che siederanno sugli scranni del prossimo Consiglio comunale ci sono loro, Francesco Carucci, 21 anni, eletto nella lista Articolo 9 con 164 voti e Antonio De Simone, 23 anni, eletto nelle fila del Partito Democratico con 317 preferenze.
Li abbiamo intervistati insieme per conoscerli meglio e capire cosa si aspettano da questa esperienza.
Com’è nata l’idea di candidarvi? E perché con questi schieramenti, il PD e Articolo 9?
De Simone: Negli ultimi tempi ho fatto parte di un movimento giovanile, Radici 021, che si è posto come obiettivo alcune istanze da rappresentare, dalla mancanza di spazi per la socialità, all’emigrazione giovanile alle opportunità lavorative. Abbiamo deciso democraticamente chi dovesse rappresentarle e abbiamo fatto un’analisi sullo schieramento in cui potersi candidare. Tra le diverse ipotesi, il Partito Democratico veniva da una fase congressuale che ci ispirava: quindi abbiamo chiesto alla segreteria la candidatura.
Carucci: Io sono stato totalmente esterno alla politica fino a qualche mese fa. Per la categoria e le tematiche che rappresento, giovani e disabilità, ho toccato con mano l’indifferenza della politica. Due anni fa ho conosciuto Antonello Denuzzo, litigandoci, per la presenza di barriere architettoniche. Iniziammo un percorso anche con l’ex Assessore Sergio Tatarano, da cui è nato un percorso, anche di amicizia, che ha portato Tatarano a chiedermi di candidarmi con Articolo 9. Avevo ricevuto altre proposte ma ho scelto Articolo 9 per il lavoro svolto.
A proposito di lavoro svolto, qual è stato, per voi, il punto di forza della prima amministrazione Denuzzo? E cosa, invece, giudicate negativamente?
Carucci: Una cosa positiva, per me, è che sono stati molto pragmatici, sono andati dritto seguendo il loro pensiero, hanno portato avanti le loro idee, adottando scelte impopolari senza pensare al tornaconto elettorale. Questo è, allo stesso tempo, un aspetto negativo perché, così facendo, perdi il contatto con quello che potrebbe essere il futuro dell’amministrazione. C’è stato il rischio di perdersi ma sono stati in grado di non farlo.
De Simone: Per me un aspetto positivo è stato il garbo nel servire le istituzioni, praticando la gentilezza della scuola di Minervini e Vendola. Una cosa negativa, che è mancata e su cui si deve lavorare molto è la comunicazione tra ciò che si fa e come viene detto ai cittadini che ha mostrato il sindaco arroccato nel castello che, pur con un programma chiaro e pragmatico, rischia di essere scollegato dalla comunità.
Parlando di programma, voi, che rappresentate anche delle categorie specifiche – giovani, studenti, persone con mobilità ridotta – quali parti del programma sentite più vostre?
De Simone: Una cosa in cui mi immedesimo molto è la delega assessorile al precariato perché penso che sia un argomento che dovrebbe essere centrale per il Partito Democratico: se il principale partito del centrosinistra non parla di lavoro e attività produttive, si perde il senso del fare politica. Poi ci sono altri progetti importanti per Francavilla, come la Casa delle Tecnologie per formare nuove figure professionali e, più in generale, l’idea di base per cui i giovani sono il presente e non il futuro della città.
Carucci: Oltre gli argomenti di cui ha parlato Antonio De Simone, che condivido, è l’intenzione di realizzare un centro “Dopo di noi” per tutelare le persone con gravi disabilità quando viene meno il sostegno familiare. Una proposta inserita senza bisogno di spiegare cosa fosse, e non è scontato. Un’altra cosa per me importante è la biblioteca: ora è un punto di ritrovo non soltanto per studiare e si può fare molto di più creando altri spazi di questo tipo per incontri, iniziative o semplicemente incontrarsi.
Come vi definite politicamente?
Carucci: Io non so dare una risposta precisa, altrimenti mi sarei candidato con un partito tradizionale. Non so definirmi di destra né di sinistra e schierarmi ora non avrebbe senso.
De Simone: Io mi definisco un indipendente di centrosinistra. Specifico indipendente perché fino a poco tempo fa il PD non era il mio riferimento politico principale. E questo penso di poterlo dire a nome di una generazione che spesso diserta le urne perché non si riconosce nelle istanze portate avanti.
In base ai numeri e agli equilibri venuti fuori dal voto, in Consiglio comunale sarete accanto a persone provenienti da ere geologiche lontane, con esperienze politiche e amministrative molto differenti. Pensate che la convivenza, rispetto agli argomenti che vi interessano, sarà semplice?
De Simone: Mio padre, quando era Consigliere comunale, ha vissuto l’esperienza politica da posizioni opposte rispetto ad alcune persone che ora sono in coalizione con me. E questa cosa fa un certo effetto, c’è da riconoscerlo. Credo che anche nella differenza si possa trovare un punto di incontro. Bisogna vedere su che cosa.
Carucci: Non mi pongo nessun problema perché faccio riferimento a cinque anni fa: Denuzzo ha vinto cinque anni fa solo con le liste civiche. Anche negli ultimi mesi, con la fuoriuscita di alcune forze politiche, la macchina amministrativa è andata avanti. Quindi non mi spaventa il fatto che ci siano persone che, storicamente, vengono da destra o sinistra perché la coalizione è retta da un sindaco individuato da liste civiche che può legare le varie anime.
L’alleanza pragmatica tra le liste civiche e il Partito Democratico è stata oggetto di scontro e contestazioni. Come l’avete vissuta voi?
De Simone: Questa alleanza, secondo me, bisognava farla prima. Avrebbero dovuto fare una riflessione più ampia prima, anche per evitare la rottura che c’è stata, nell’ottica della creazione di un campo largo e unito.
L’alleanza ha messo insieme due esperienze positive per la città e io l’ho vissuta come una cosa necessaria perché la situazione che viviamo a livello nazionale è chiara: il taglio al reddito di cittadinanza, la difficoltà di aprire un mutuo, l’autonomia differenziata, il taglio sui bilanci comunali e sulle spese sanitarie sono temi di cui hai riscontro anche sulla scala locale perché la domanda che ti poni è: come devi tirare a campare? Quindi l’ho vista come un’opportunità di crescita e un’alleanza necessaria per contrastare la destra.
Carucci: Io ho visto un atteggiamento da parte del PD in coalizione che si è comportato non come partito tradizionale ma come se fosse una lista anch’esso. Il candidato sindaco era espressione delle liste civiche e il PD si è spostato a sostegno di Denuzzo. Quindi, durante la campagna elettorale, ho visto sempre persone che spingevano tutte insieme la figura del candidato sindaco, piuttosto che un partito o una lista. Aver vissuto questa esperienza mi ha fatto allontanare dalle polemiche sull’alleanza. La vera sfida parte ora: reggere ora è fondamentale.
De Simone, tra le tue proposte in campagna elettorale c’è l’idea di destinare il Centro di carico intermodale al comparto agricolo, con impianti di lavorazione e trasformazione, e in seguito distribuzione, di prodotti ortofrutticoli. Una proposta che contraddice ciò che l’Amministrazione uscente ha tentato di fare mettendo in affitto quel luogo, un tentativo che pure è rimasto al palo. Nel programma non se ne parla, pensi che ci sia ancora spazio per questa proposta?
De Simone: Io spero di sì. Spero soprattutto di capire quanto prima chi avrà la delega alle attività produttive per capire con chi lavorarci e in che modo. Quella struttura è costata cara e io la vedo come lo scheletro in un armadio che Francavilla non vuole mai aprire. Potrebbe essere un importante volano di sviluppo, ben collocato strategicamente, e farebbe recuperare le tradizioni peculiari della città.
La coalizione ora si è dotata anche di figure che hanno avuto posizioni diverse rispetto all’operato dell’amministrazione uscente e quindi auspico una linea diversa.
Carucci, tu avrai l’onere di essere l’unico rappresentante di Articolo 9 in Consiglio comunale. La lista che rappresenti ha caratterizzato una buona parte dell’azione amministrativa, almeno quella più appariscente e discussa. Il Sindaco stesso l’ha definita “la lista più politica”, ha fatto proposte spesso divisive e criticate, tant’è che non è stata premiata dall’esito elettorale. Senti la pressione della responsabilità di dover continuare a rappresentare queste istanze?
Carucci: Sì, sento molto la pressione perché sarò l’unica voce di Articolo 9 in Consiglio. È vero che è stata la forza più politica della coalizione negli ultimi cinque anni. Tutte le azioni per cambiare l’idea della mobilità a Francavilla sono state proposte da Articolo 9. Quindi ho la responsabilità di portarle avanti, però non è una pressione scomoda. Non ho paura, devo essere all’altezza ma non mi spaventa perché so che non sarò solo: non essere stati eletti non significa non svolgere un ruolo politico. Sono sicuro che le figure storiche della lista, Lavota, Montefiore, Tardio e gli altri, sicuramente mi supporteranno.
Le ultime notizie rispetto ai fatti di cronaca accaduti nello scorso autunno parlano di arresti di persone molto giovani inserite in un tessuto criminale. Come percepite il fenomeno criminale a Francavilla? Pensate che ci sia un problema di criminalità strutturata in città?
Carucci: Secondo me non è un problema di criminalità organizzata di Francavilla. Immagino che per i giovani, complice la cultura dominante, la criminalità sia associata al fatto che “fa figo”. Qui è molto facile spacciare o compiere atti criminosi per soddisfare un bisogno primario, anche solo economico. Sono soldi facili. L’evento di cronaca ha fatto aprire gli occhi però la soluzione richiederà tempo perché occorre attaccare i motivi che spingono verso quel mondo. Occorre creare opportunità di lavoro e intervenire socialmente laddove c’è bisogno. Circoscriverlo al comune è complicato, ma ognuno deve fare il suo. C’è bisogno di un’azione amministrativa più aperta in generale ma soprattutto ai giovani, dando più possibilità a tutti di potersi esprimere
De Simone: Questa città paga lo scotto dell’assenza di spazi di socialità sana. Le opportunità di incontrarsi sono molto poche e legate a logiche di consumo. Anche per fare questa intervista ci siamo incontrati in un bar. Per soddisfare le proprie esigenze ognuno cerca le sue strade e spesso quelle criminali offrono una prospettiva fintamente vantaggiosa. Il fenomeno criminale è tutt’altro che sopito.
C’è da dire che le notizie di cronaca hanno portato a generalizzare, mettere in cattiva luce la città e criminalizzare i giovani di questa città. Quasi nessuno parla dei giovani immedesimandosi nella categoria.
Le azioni da mettere in campo vanno oltre l’attività amministrativa e riguardano tutto il tessuto sociale e associativo. Ci sono tante associazioni a Francavilla che non hanno una sede. Se qualcuno vuole incanalare una propria passione, come lo fa? Secondo me vanno aumentati gli spazi di aggregazione e socialità.
Cambiamo discorso e facciamo un po’ di fantapolitica: mettiamo che domani mattina vi svegliate e trovate sul telefono un messaggio del Sindaco Denuzzo che vi chiede di fare l’assessore. Quale delega vorreste?
Carucci: Penso i servizi sociali perché non è scontato il lavoro che c’è da fare in quell’ambito e deve essere sempre più valorizzato. Però non ti nascondo che gli risponderei nel pomeriggio perché avrei bisogno di tempo per pensarci (ride).
De Simone: Quante deleghe si possono avere? (ride) A parte gli scherzi, le deleghe che sentirei più mie sono quelle delle politiche giovanili e del precariato perché sono quelle più prossime alle tematiche che ho affrontato finora.