Vincenzo Calò: luce tra le righe, poesia viva

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Sottosopra è il Podcast di Paesituoi.News: i fatti, i retroscena, il sopra e il sotto dalla città di Francavilla Fontana: questa è la seconda puntata del 27 gennaio 2023.

La poesia prende forma e vita, delinea il profilo delle anime, delle cose non dette, nascoste dietro giochi di luce tra i simboli che compongono ogni parola.

Vincenzo è questo, luce tra le righe, poesia viva.

Dialogare con lui è sempre stato un arricchimento, scoprire nuovi modi di parlare; per lui anche un semplice saluto deve corrispondere ad un verso poetico in cui confluiscono flussi energetici positivi e soavi che allietino una nuova giornata che ci vede pronti a combattere con i nostri mostri interiori, ancora una volta.

È difficile non essere retorici in questi casi ma, questa mattina, apprendere della sua dipartita è stato uno scossone inaspettato e doloroso, un evento ingiusto.

Incredula mi sono portata a visitare il suo profilo social, ho pensato ad uno scherzo, ad un modo ironico di parlare della morte, di esorcizzare questo evento tanto naturale quanto inaccettabile.
Invece è tutto vero. Vincenzo non respira più.

Eppure, si percepiscono intorno la serenità e la dolcezza che lo hanno sempre contraddistinto.

I suoi versi che hanno sempre richiesto tanto impegno nell’analisi per raggiungere il cuore del suo pensiero restano qui, tra noi, parole belle, piene di un tutto che ha vinto sul niente.

Leggere Vincenzo richiede concentrazione, porta a mettersi in discussione, a rivedere tutte le proprie convinzioni; rendere ancor più dubbiosi i dubbi, vane le certezze.

Ogni volta che mi confronto con una sua poesia mi sento come se percorressi una strada a vortice, in tondo, di continuo, fino ad arrivare ad un centro che è il tutto. La chiarezza di un sentimento dietro a onde furiose di pensieri pungenti, critici. Eppure ritrovarsi, riconoscersi.

Vincenzo provoca con il suo stile unico e geniale, quasi suo esclusivo, uno studio su se stessi che coinvolge più la parte psicologica e ancestrale che è in noi, quella parte ancora limpida, cristallina e calda dell’intelletto, non inquinata da logica e freddezza.

Il mondo dentro di noi, ecco. Quello sconosciuto, nuovo, che non si deve comprendere ma semplicemente accettare per quanto surreale, poco chiaro agli occhi dell’ovvietà quotidiana fatta di modernità, cemento e tecnologia.

Commossa scrivo questo piccolo pensiero, come ringraziamento per l’eredità così originale di cui Vincenzo ha omaggiato tutti coloro che ha reso partecipi del suo scrivere, tutti coloro che incuriositi da oggi lo conosceranno e leggeranno.

Ci ritroveremo sospesi tra i suoi versi. Ci perderemo per ritrovarci.

L’ultimo libro di Vincenzo Calò si intitola “La sicurezza e il pensiero Cardiopatico”.
Quasi a dire che la tranquillità la si raggiunge imparando a controllare i battiti del proprio cuore, magari delle volte impazzito, a tenergli testa, ad accettare il divenire delle cose. La fiducia data anche al mare in tempesta che non ci tradirà, affidarsi ai propri agitati pensieri e renderli miti, sereni.

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