Pubblichiamo il commento della negoziante Alessandra Vacca sull’ennesima chiusura di un’attività commerciale su Via Roma da quando è chiusa al traffico.
“Un altro negozio di Via Roma ha abbassato la saracinesca.
Quando un’attività chiude battenti, la sconfitta non è solo dell’imprenditore che ci ha messo la faccia e l’impegno, rischiando in proprio nell’avventura commerciale, ma di tutta la comunità.
Perché, non lo ripeterò mai a sufficienza, ogni vetrina che si spegne è un tassello di vivacità anche sociale che la città perde, una sottrazione di appeal e di interesse.
Se ci guardiamo attorno, la maggior parte delle attività che sono approdate in centro negli ultimi tempi parlano il linguaggio del food & beverage declinato in tutte le sue millemila sfumature.
Così la cartolina complessiva che il centro invia di se stesso è quella di una città “da bere” che si risveglia e riprende i sensi solo nel fine settimana.
Si è caduti nella trappola di incaponirsi in un processo di omologazione dell’offerta, e, cosa ancor più grave, ci si è arpionati ad una tendenza, quella di voler ricondurre questa Città nel solo perimetro della “sostenibilità”, attraverso un esperimento -quello compiuto solo attraverso Via Roma- che ha severamente blindato uno spazio circoscritto, condannandolo, di fatto, all’abbandono e all’oblio.
E mentre la Città degli Imperiali sbandierava a piè pari questa svolta “green”, tante altre realtà, italiane e non solo, spalmate ad ogni latitudine, si sono affrettate ad arginare la desertificazione dei centri cittadini attraverso provvedimenti di revoca di ZTL e aree pedonali.
Già.
Perché, da più parti, è stato dimostrato che pedonalizzare un centro città richiede gradualità e programmazione, creazione di nuove aree parcheggio e rimodulazione del traffico veicolare.
Pedonalizzazione non sempre fa rima con maggior frequentazione di un centro cittadino, che, al contrario, spesso, tende a svuotarsi ulteriormente, specie, come ora, in periodi di forte recessione economica.
Negli scorsi giorni, assieme ad alcuni validissimi colleghi, ho voluto ed ottenuto un incontro alla presenza del Sindaco, del Presidente del Consiglio Comunale e dell’Assessore alle Attività Produttive, per esporre tutte le nostre riserve sul presente e sul futuro di Via Roma e delle attività che qui, affannosamente, ancora resistono.
Nel corso della riunione abbiamo ampiamente evidenziato e documentato lo stato di degrado in cui versa questa strada, il clima cimiteriale che la avvolge nelle ore centrali della giornata, le difficoltà legate alla trasformazione dei marciapiedi in piste ciclabili, al passaggio indisciplinato di veicoli non autorizzati, all’oggettiva impossibilità di trovare parcheggio nelle strade adiacenti, nonché alla mancata programmazione di adeguate attività che possano riportare i cittadini in uno spazio che si è cercato di riqualificare, ma che, per via di modi, tempi e termini assolutamente sbagliati, si è finito per condannare ad una sorta di coma farmacologico.
Perché se è vero che, come riportato da Confesercenti, in Italia, ogni ora, due attività chiudono per sempre, ed il commercio di vicinato è stretto nella morsa di un mercato dominato da grandi gruppi e giganti dell’e-commerce, è ancor più necessario proteggere il pluralismo del sistema distributivo a servizio dei cittadini. Occorre quindi aiutare le piccole superfici di vendita puntando su politiche attive e rivedendo decisioni che si sono rivelate dannose per gli esercenti, i quali, come ho rammentato al Sindaco, sono cittadini qualificati di questa comunità, perché investendo su questo territorio, rappresentano un importante strato del tessuto sociale ed economico.
Un’esercizio commerciale che chiude, necessita delle stesse attenzioni riservate ad uno che inaugura, soprattutto se il bilancio è in negativo.
Concludo riportando un passaggio chiave di un’intervista rilasciata dal Presidente della Confcommercio di Reggio Calabria, il quale, all’indomani di un’ordinanza di revoca di una ZTL emanata dal Comune reggino, ha dichiarato “La cosa più importante, di fronte ad una criticità é non perseverare nell’errore ma cogliere in senso costruttivo della critica che viene posta e le ragioni alla base della stessa.”
Come dire: errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
Noi, il senso lo abbiamo esplicitato.
Ora, a chi di dovere, coglierne il senso.
Noi (r)esistiamo, ancora.
E non ci arrendiamo, nemmeno, al silenzio”.