Maxi truffa a Francavilla, facciamo che non sia un’occasione persa per la città?

Gli arresti per la presunta maxi truffa alle assicurazioni hanno scosso la città: fra personalità in vista e gente comune, sono circa 162 i francavillesi ad essere coinvolti. È arrivato il momento di confrontarsi sullo stato di salute del tessuto sociale di Francavilla Fontana?

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Sottosopra, il Podcast di Paesituoi.News – Puntata 02

Sottosopra è il Podcast di Paesituoi.News: i fatti, i retroscena, il sopra e il sotto dalla città di Francavilla Fontana: questa è la seconda puntata del 27 gennaio 2023.

Quanto rammarico o raccapriccio e quanta varietà di reazioni abbiano suscitato gli arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza durante la notte di lunedì 14 marzo scorso a Francavilla Fontana, potremmo analizzarlo nell’esondazione di parole che ha travolto il Facebook strapaesano di profilo in profilo, di pagina in gruppo.

La città si è svegliata con la notizia che rimbalzava già nelle chat di WhatsApp, poi nelle indiscrezioni degli organi di stampa, quindi nell’ufficialità di un comunicato diramato in tarda mattinata dalla Procura di Brindisi: poche ore affinché tutti sapessero e immediatamente si organizzassero in tifoserie opposte, la prima a difendere le ragioni degli indagati, la seconda a sostenere la bontà della forca.

E così i commenti dei francavillesi si alternano fra l’indignazione “Che schifo, una vergogna, in carcere e buttate le chiavi” e il dubbio atroce “E se poi è innocente?”, fra la morbosità incurante “Ma tutti i nomi dove stanno?” e il più classico benaltrismo “Alla fine non hanno ucciso nessuno, lo stato ci ruba, e nessuno parla”. C’è anche chi invoca Striscia la notizia, “Luca Abete intervieni subito”, per dire della credibilità di cui godono oggi le istituzioni.

E se la maggior parte dei politici si è costretta in un primo opportuno silenzio – anche chi ha sentito la cannonata da molto vicino –, qualcuno non ce l’ha proprio fatta e s’è lasciato andare: ecco allora il consigliere interventista di maggioranza che pubblica una nota criptica intorno all’ironia della sorte, come pure l’opposizione che va cazziando le miserie dei giustizialisti prêt-àporter. Poi tanto rumore di piazza, un sottofondo di zuffa, tutto si fa confusione.

Dopo l’apnea giudiziaria dei primi giorni, dovremmo forse aver ripreso a respirare e possiamo ripassare i fondamentali, banali: ad esempio, che i commenti personali su questi fatti se li porta via il vento e già domani, screenshot alla mano, potrebbero essere invecchiati male; che in queste circostanze bisogna ricordarsi di Pietro Nenni quando consigliava che “a far gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura”; e che sì, per grande fortuna e per evidenti motivi tecnici, non spetta a noi stabilire l’innocenza o la colpevolezza di nessuno. Respiro lungo, facciamocene una ragione.

E tuttavia, poste le premesse di sopra, possibile che l’unico frutto di un’operazione giudiziaria della portata di 162 indagati, quasi tutti francavillesi e, tanti di questi, giovani concittadini apparentemente disponibili all’illegalità in maniera così disinvolta, sia soltanto un sottoprodotto impastato di contumelie online? Oppure ancora un silenzio che sa più di quel fischiettare, distogliere un po’ lo sguardo, di quando si fa finta di niente in attesa di tempi migliori?

Per metafore, se la disputa fra l’innocenza o la colpevolezza degli indagati è il dito che stiamo fissando morbosamente da giorni, la luna che converrebbe invece osservare è lo stato di salute del tessuto sociale di Francavilla Fontana. Se ci munissimo di un buon cannocchiale potremmo studiarne le fratture, i punti critici, le asperità.

162 indagati d’un colpo in una sola città di provincia è una notizia che dovrebbe far sobbalzare dalla sedia qualunque educatore, politico, operatore sociale, religioso ed economico di Francavilla: perché forse in questo paese qualcosa potrebbe essere andato storto e, nel migliore dei casi, non ce ne siamo accorti; e perché, se mai le accuse fossero poi confermate, quel 162 non avrebbe più il valore statistico di una casualità, ma varrebbe come il livello di un febbrone da illegalità diffusa.

E se qualcuno ritiene che sia opportuno piuttosto sciacquare i panni sporchi in casa propria, fa finta di non sapere o non riesce a cogliere che stavolta la casa è l’intera città e una buona fetta di famiglie, parenti e amici direttamente o indirettamente coinvolti.

La classe dirigente locale, la politica per prima, vorrà fare un passo oltre e porre le condizioni per un confronto serio e sincero su questi temi, come accaduto in altre città vicine seppur in emergenze peggiori? Vogliamo sollevare il tappeto e guardare quanta polvere si è depositata sul fondo di questa città? E dall’osservazione e dall’ascolto valutare quali strumenti e azioni intraprendere per rafforzare il patto sociale di questa comunità e prevenire fenomeni più spiacevoli? Facciamo, in conclusione, che questa brutta vicenda non sia un’occasione persa per Francavilla?

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