Riportiamo di seguito la nota di Rete Imprese Villa Franca in risposta a quanto dichiarato dal Sindaco Antonello Denuzzo e dall’Assessore all’urbanistica Nicola Lonoce qualche giorno fa.
—
Rete Imprese Villa Franca, replica a quanto scritto dall’Amministrazione, specificando che l’istituzione R.I.V.F. realmente, anche nel passato, è stata spesso “pesante” nei confronti dell’Amministrazione; ma è proprio per merito dei suoi “pungoli” e “sollecitazioni” che fortunatamente non sono caduti nel vuoto, proprio grazie ad avere di fronte un’Amministrazione intelligente e capace, che si sono ottenuti importanti risultati perché è stato compreso ciò che affligge l’Area Industriale della città.
Purtroppo, il “malessere” non è stato cancellato, ma servono nuove attenzioni e “cure” per non vedere vanificato tutto lo sforzo fatto finora. Nessuno vuole mettere in dubbio la trasparenza dei procedimenti, anche se la correttezza tecnica a volte poteva essere migliorata, così come è avvenuto con l’approvazione della “Variante”.
Infatti, proprio grazie alle osservazioni proposte dai tecnici della Rete Imprese Villa Franca, la “variante” è stata adottata eliminando quelle clausole vessatorie che ne avrebbero vanificato la sua efficacia. Anche se, ad onor del vero, hanno pur detto che strategie diverse, avrebbero accelerato la pianificazione dell’area industriale senza gli “intoppi” o “ritardi” attuali.
Infatti, la “variante” bocciata dal Consiglio di Stato non era da ritenersi, come è stato detto, “farlocca”, atteso che il C.d.S. eccepiva soltanto il mancato passaggio dagli uffici regionali. I tecnici hanno, altresì, fatto notare, che l’invio degli atti bocciati dal C.d.S. alla Regione Puglia – in considerazione del fatto che strutturalmente prevedevano la completa rivisitazione del “Piano” – (così come auspicato dai soci della “Rete”) integrata nella parte delle nuove norme tecniche di attuazione, così come modificate dalla delibera del Consiglio Comunale, avrebbe di fatto previsto la riadozione del “Piano” e la conseguente riapprovazione dei vincoli preordinati agli espropri; percorso che potrebbe essere ancora valido per abbreviare i tempi relativi alla pianificazione dell’area industriale.
La risposta alla domanda poi: “dov’erano gli operatori per 40 anni?”, si evince proprio dalla nascita della Rete Imprese Villa Franca. Gli operatori erano stanchi di operare in un’area quasi abbandonata e dalla inefficienza delle loro istituzioni e, quindi, hanno creduto opportuno riunirsi nella Rete Imprese Villa Franca per poter far sentire la loro voce ed il loro peso in modo più determinante ed incisivo.
Se gli operatori fossero stati difesi veramente, con una guida valida, avrebbero ottenuto il meglio già da molti anni e tante situazioni – spesso forse non conformi alle disposizioni di legge – si sarebbero potute evitare con una forte crescita generale.
Purtroppo, oggi si prende atto dello status dell’area industriale (invidiata da altri paesi) e non pensiamo lontanamente di vedere risolti detti problemi in breve. È vero che le azioni amministrative pubbliche abbisognano di tempi più lunghi rispetto al privato, ma è pur vero che anche questi tempi possono essere accorciati se vi è una vera volontà politica convinta.
Non abbiamo detto che gli incontri con l’Amministrazione sono stati vani, tutt’altro; ma che si siano arenati per una serie di motivi alle quali la stessa amministrazione non può porvi rimedio come per magia; motivi per i quali i progetti degli operatori interessati, non si trovano sui tavoli del comune perché attendono che ci siano lotti disponibili nell’area industriale che – come è noto – consta di 173 ettari ed i posti di lavoro – ovviamente – nasceranno di conseguenza.
Se poi si considerano gli incentivi della Z.E.S. e del P.N.R.R., gli insediamenti potrebbero essere superiori di gran lunga ed anche i posti di lavoro. Intanto, si chiede all’amministrazione di accelerare la conclusione dell’iter amministrativo di quelle aziende che hanno già presentato i loro progetti e di concludere, celermente anche l’iter di coloro che richiedono l’uso del “rudere” denominato “Centro di Carico Intermodale”. Ciò permetterebbe già la creazione di centinaia di posti di lavoro.
La nostra paura è quella che detti operatori – proprio per i tempi lunghi che si prevedono – scelgano aree industriali di altri territori le cui amministrazioni sono già pronte a riceverli. Si perderebbe un’altra opportunità – forse irripetibile – per far crescere veramente la città di Francavilla.