L’esordio letterario del francavillese Roberto Pichero: Diario di un fisioterapista (in)fortunato

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Sottosopra è il Podcast di Paesituoi.News: i fatti, i retroscena, il sopra e il sotto dalla città di Francavilla Fontana: questa è la seconda puntata del 27 gennaio 2023.

Roberto Pichero è un giovane fisioterapista francavillese, da sempre appassionato di sport – soprattutto calcio e ciclismo -, di scrittura e giornalismo. Nel 2021 uno stop forzato a causa di un incidente gli ha dato la possibilità e il tempo di raccogliere le idee e il risultato è Diario di un fisioterapista (in)fortunato, disponibile dal 19 maggio in tutte le librerie e nei bookstore online, che sarà presentato domani 25 maggio alle 18.30 alla Libreria Mondadori di Francavilla.

Gli abbiamo fatto qualche domanda su cosa è successo in quest’ultimo anno e sul suo esordio letterario. In sella ché si parte!

Roberto, intanto come mai hai scelto di scrivere un libro e non, per esempio, una pagina web o social in cui raccontare ciò di cui parli nel libro? Qual è stato il percorso per arrivare a scriverlo?

Ho sempre adorato il mondo della lettura e della scrittura, a partire dai tempi delle medie o del liceo, quando ho partecipato a progetti di giornalismo con La Gazzetta del Mezzogiorno. Quindi la scrittura di articoli, poi l’arrivo dei blog, è una cosa che ho sempre tenuto lì, in un cassetto, perché poi il mio percorso di studi e di lavoro mi ha portato a fare altro.

Mi ricordo di te come una persona estremamente appassionata di sport, principalmente calcio. Poi, ad un certo punto, è arrivata la bicicletta.

Tra il 2020 e il 2021 mi sono appassionato molto all’uso della bicicletta e al mondo del ciclismo. Ed è coinciso con le varie restrizioni causate dal lockdown e la chiusura di palestre, piscine, impianti sportivi. Molti miei amici non sapevano dove sbattere la testa, tra smartworking e impossibilità di uscire, e io invece potevo lavorare comunque in presenza e fortunatamente l’attività ciclistica era consentita. Quindi andavo ovunque, Polignano, Alberobello o giù verso il mare.

Ad inizio 2021 mi stavo allenando per una gara prevista alla fine di aprile e il 28 febbraio a Porto Cesareo ho avuto un incidente. Il referto riportava: frattura alla clavicola, trauma cranico per fortuna senza conseguenze, otto punti di sutura a un sopracciglio, una ferita profonda alla mano e altre ferite sparse qua e là.

Quando la sera sono rientrato a casa ridotto male, nel corpo e nello spirito, ho pensato “adesso cosa faccio in questi quaranta giorni di convalescenza?”

Il giorno successivo, dopo aver fatto un sogno stranissimo di cui parlo nel libro, al risveglio ho pensato di riempire le giornate scrivendo. La cosa è nata come un’esigenza personale, intima. L’idea non era di pubblicarlo, ma solo di riempire il vuoto di quelle giornate, passare il tempo e provare a rasserenarmi un po’. Infatti la scrittura è stata davvero terapeutica da questo punto di vista.

Dopo una decina di giorni ho fatto leggere quello che avevo scritto a mia cugina che lavora come editor che mi ha consigliato di continuare a scrivere e mi ha messo la pulce nell’orecchio di provare a pubblicarlo. E da lì è iniziata questa idea di realizzare questo vero e proprio diario che potesse raccontare agli altri la mia esperienza di fisioterapista che si trova dall’altra parte della barricata, diventa il paziente e scopre un mondo che poteva soltanto immaginare, ma finché non lo provi di persona…

roberto pichero

Quindi il libro è stato anche un modo per prendere coscienza del fatto che, come si suol dire, ti è andata bene. Per questo, immagino, l’importanza di quel “in” tra parentesi nel titolo.

Assolutamente sì.

Per pubblicare il libro hai fatto un percorso originale, attraverso una campagna di crowdfunding. Come mai? Come hai impostato il tutto?

Oggi tante persone lavorano con il self-publishing che ha dei vantaggi soprattutto economici, però poi da solo devi gestire tantissime cose. Siccome sono sempre molto impegnato con il lavoro e con altri vari impegni, non ho tempo per farlo. Quindi mi hanno consigliato questa casa editrice di Milano, Bookabook, che al momento è l’unica in Italia che lavora con le campagne di crowdfunding editoriale, che secondo me è il futuro dell’editoria. Loro ricevono il manoscritto, lo valutano e poi parte una campagna per la ricerca di prenotazioni di copie in preorder. Se raggiunge un determinato numero di ordini, viene pubblicato. In questo modo si dà al lettore il potere e la responsabilità di scegliere quali libri verranno pubblicati.

Il mio libro per fortuna ha ricevuto molte attenzioni e interesse. È sicuramente un percorso più lungo. Il mio è iniziato a fine giugno 2021 e dal 19 maggio 2022 è ufficialmente pubblicato e si può trovare in tutte le librerie d’Italia e nei bookstore online.

Un percorso nato, è il caso di dire, per incidente che ti ha portato negli scaffali delle librerie di tutta Italia. Entrando più nel dettaglio del libro, cosa possiamo dire?

Come dicevo la forma usata è quella del diario che racconta i 36 giorni di convalescenza. Il filo conduttore è raccontare la giornata, anche attraverso situazioni o episodi del passato che ritornano, con un focus principale su quello che è il mio settore lavorativo, quindi le professioni sanitarie e il mondo di chi pratica sport.

Ogni capitolo ha una citazione musicale di un testo di un brano che si amalgama con ciò che viene raccontato.

Poi, come ti accennavo, ho fatto molti sogni in quei giorni. Nell’età adulta, preso da mille impegni, i sogni che facevo li ho sempre ignorati, come se il corpo avesse preso il sopravvento sulla mente. In quei giorni mi è sembrato come se la mente volesse riscattarsi e riprendersi il suo spazio. Facevo sogni stranissimi che, naturalmente, si collegavano con i fatti che mi stavano accadendo. E quindi li ho raccontati perché si incastravano perfettamente.

Ce ne racconti uno?

Nel primo sogno facevo trekking con alcuni amici e di colpo mi chiamavano per soccorrere uno stambecco ferito. Lì per lì mi infastidisco perché ero a svagarmi con gli amici, che c’entra lo stambecco? Io tratto persone! Vedo questo animale ferito, mi viene un senso di empatia e naturalmente mi immedesimo, perché in fin dei conti ero io, nella realtà, che stavo male e avevo bisogno di cure.

Quindi c’è anche, o soprattutto, molto spazio per le riflessioni psicologiche legate alla tua situazione di quei giorni.

Sì, gli spunti di riflessione sono tanti. Ho avuto modo e tempo di pensare a tante cose della mia vita, su quante cose diamo per scontate e invece dovremmo esserne contenti. Sarà banale, ma l’esercizio più difficile è l’empatia, l’importanza del mettersi nei panni degli altri, in questo caso nel rapporto fisioterapista-paziente. Ma, metaforicamente, vale per tutto.

Durante i momenti di formazione usiamo molto il role-play, in cui, seguendo un copione ben definito, i fisioterapisti interpretano anche il ruolo del paziente e fa abbastanza impressione farlo anche solo per finta.

Domanda banale: come funziona la riabilitazione di un fisioterapista?

Per fortuna, attraverso l’esperienza maturata dopo undici anni di lavoro, molte fasi della riabilitazione sono riuscito a trattarle da solo. Dopo aver rimosso il tutore alla spalla, mi sono rivolto a un collega che mi ha aiutato a recuperare appieno le funzioni del braccio.

Quindi hai ripreso ad andare in bicicletta?

Se ti rispondo, ti spoilero il finale del libro!

Ti dico solo che appena fatta la conta dei danni dopo l’incidente, volevo subito ripartire in bicicletta. L’adrenalina in quel momento non mi faceva sentire il dolore più di tanto. E per fortuna quel giorno ho incontrato una persona, il signor Azelio di Porto Cesareo, che ha capito la gravità della situazione e mi ha accompagnato in ospedale. Lì ho capito l’importanza di avere un angelo custode che non conosci fino a quel momento, poi entra di colpo nella tua vita e ti dà una grossa mano. Ora siamo diventati amici e ogni volta che mi trovo da quelle parti lo vado a salutare.

Quindi ora il libro è disponibile in tutte le librerie. Avete impostato un percorso di promozione?

È già in programma una presentazione il 25 maggio alle 18.30 alla Libreria Mondadori di Francavilla. Poi ce ne sarà un’altra organizzata dall’editore nelle prossime settimane ma dobbiamo ancora definire i dettagli.

roberto pichero diario di un fisioterapista infortunato

Senza che ci sia un altro episodio negativo scatenante, hai altri progetti editoriali in mente?

Di certo scrivere non è il mio lavoro. Però ho questa passione. Tra le persone che hanno già letto il libro molti mi hanno incoraggiato a continuare. Quindi non so, vediamo come va e poi chissà, mai dire mai!


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