Palazzetto dello Sport, l’Anticorruzione (Anac) chiede chiarimenti al Comune di Francavilla circa il bando di affidamento della struttura

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Sottosopra è il Podcast di Paesituoi.News: i fatti, i retroscena, il sopra e il sotto dalla città di Francavilla Fontana: questa è la seconda puntata del 27 gennaio 2023.

Il Palazzetto dello Sport di Francavilla Fontana fa ancora discutere. Si apprende infatti che l’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, ha scritto al Comune per comunicare l’avvio di un’istruttoria al fine di valutare la sussistenza di presunte irregolarità nella procedura di affidamento in concessione della gestione del Palazzetto dello Sport di via Piero Argentina.

L’Anac è un’autorità amministrativa indipendente con compiti di prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione italiana, attuazione della trasparenza e vigilanza sui contratti pubblici. La procedura ha preso avvio dall’esposto di un esponente del Basket Francavilla 1963, società sportiva che ha concorso al bando perdendolo.

Una prima irregolarità sarebbe emersa nella mancanza di un codice identificativo obbligatorio per legge, il CIG (codice identificativo di gara) che non risulterebbe agli atti e avrebbe dovuto essere richiesto in un momento antecedente all’indizione della procedura di gara.

Ma sono anche altre le questioni per cui l’Anac domanda spiegazioni all’Ente locale, al Sindaco Denuzzo e ad alcuni funzionari: la ragione per cui il bando non ha prescritto le esatte caratteristiche che il gestore deve possedere, la mancata richiesta di garanzie rispetto al valore del Palazzetto e in generale le ragioni di un “contratto di concessione fortemente sbilanciato in favore del gestore privato, che resterebbe esonerato da rischi di gestione”.

Entro 180 giorni, L’Anac si aspetta di ricevere dal Comune di Francavilla “una relazione dettagliata contenente chiarimenti e controdeduzioni in ordine a ciascuna delle questioni sopra evidenziate, producendo altresì ogni documentazione a sostegno di quanto sarà dichiarato”.

Intanto infuria la polemica social intorno alla richiesta di sgombero di attrezzature e riconsegna delle chiavi del Palazzetto ricevuta dal Basket Francavilla 1963. Una comunicazione dovuta da parte degli Uffici comunali, in seguito all’assegnazione della struttura alla società vincitrice del bando, la FF Sport ed eventi Srls rappresentata dal signor Davide Olive, altro protagonista del basket sul territorio.

professore Luigi Gino Camarda Basket Francavilla 1963
Il professore Gino Camarda, presidente onorario del Basket Francavilla 1963

A dar fuoco alle polveri è stato il Consigliere regionale e comunale Maurizio Bruno che su Facebook ha simbolicamente chiesto scusa al professore Gino Camarda, presidente onorario del Basket Francavilla 1963, per la “sgarbata lettera” con cui si richiede alla società sportiva di provvedere al “rilascio dell’immobile, allo sgombero delle suppellettili e alla consegna delle chiavi entro e non oltre 5 giorni”.

Un post che ha ottenuto molte reazioni, commenti e condivisioni, dovute piuttosto al fatto che Camarda è l’icona della pallacanestro francavillese e colui che più di tutti si è battuto per un Palazzetto dello Sport negli ultimi 50 anni.

In una intervista di qualche giorno fa concessa a Paesituoi News, lo stesso professore Camarda si era detto “deluso da questa idea di affidare a privati il Palazzetto. Per ottenerlo mi sono battuto negli ultimi 50 anni: ma l’ho fatto per un Palazzetto che fosse di tutti quanti i francavillesi. Da parte nostra il basket è stato sempre passione e impegno educativo verso i più giovani, senza nessuno scopo di lucro.”

Al post di Bruno ha replicato il Presidente del Consiglio comunale Domenico Attanasi che ha accusato il Consigliere regionale di aver strumentalizzato “una banale comunicazione degli Uffici Comunali (e non della parte politica) effettuata come atto dovuto nei confronti di diverse società sportive (non solo della Basket Francavilla) a conclusione di una procedura ad evidenza pubblica”. “Al Prof. Gino Camarda, che di certo non merita di essere usato in questo modo per biechi fini politici, – conclude Attanasi – sono io che esprimo la mia solidarietà”.


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