La zona industriale di Francavilla Fontana è da anni al centro dei programmi elettorali e del dibattito politico locale – spesso inconcludente – in merito alla risoluzione delle sue tante criticità urbanistiche e imprenditoriali, al suo ammodernamento e al suo possibile sviluppo.
Da qualche tempo la zona Pip è anche al centro dell’interesse pubblico perché una sua porzione ricade nella Zes Ionica, la Zona economica speciale che coinvolge in particolare la provincia tarantina, con i nodi strategici dell’aeroporto di Grottaglie e del Porto di Taranto, e promette di essere il proverbiale “volàno di sviluppo” grazie a fiscalità di vantaggio e altri benefici amministrativi, economici e finanziari.
Il 6 luglio scorso si è tenuto a Castello Imperiali un incontro rivolto a tecnici e imprese proprio sulla Zes Ionica e le opportunità per la zona Pip di Francavilla, a cui hanno partecipato i project manager e, fra gli altri, l’assessore alle attività produttive Carmine Sportillo.
Proprio all’assessore Sportillo abbiamo voluto rivolgere qualche domanda per approfondire i temi legati alle criticità e al necessario ammodernamento della zona Pip, con la speranza che diventi efficiente e attrattiva per le imprese che vorranno investire approfittando della Zona economica speciale.
A meno di proroghe, la data del 31 dicembre 2024 è la scadenza degli interventi che l’Amministrazione Comunale dovrebbe realizzare per permettere l’accesso ai benefici della ZES e quindi agli eventuali insediamenti di nuovi impianti produttivi. Sono appena 18 mesi, quali sono di preciso i vostri programmi di intervento e il loro cronoprogramma?
(Sportillo) Gli strumenti che la ZES mette a disposizione della comunità francavillese costituiscono una possibilità di rilancio e sviluppo imprenditoriale troppo importante per lasciarsi sfuggire questa occasione. Per questo come assessorato alle attività produttive e di concerto con quello all’urbanistica ci siamo subito messi all’opera per rimuovere quanto prima gli ostacoli che impediscono tuttora alle imprese di investire in zona P.I.P. ricorrendo anche ai vantaggi della ZES.
Innanzitutto bisogna procedere quanto prima alla redazione di una variante strutturale della zona P.I.P. che tenga conto della mutata conformazione dei lotti e della loro differente destinazione rispetto a quanto previsto da un piano vecchio di cinquant’anni. Quindi un promo passo è una ricognizione cartografica dello stato dei luoghi. Il secondo una nuova individuazione dei lotti, delle fasce di rispetto stabilite dalla recente variante e della viabilità. Il successivo passo sarà la redazione di un nuovo regolamento per gli espropri.
Mettere mano alla zona PIP significa confrontarsi con anni di “scempio urbanistico”, con problemi di abusivismo e lottizzazione (per dirla con le parole della prima Giunta Denuzzo). Ora si intende procedere in breve tempo agli espropri, argomento delicato che di solito non fa felici i proprietari dei terreni.
In particolare a Francavilla, dove i prezzi di vendita dei terreni nella zona spesso schizzano a cifre stellari. Rispetto all’esproprio dei terreni nella zona Pip e per evitare cortocircuiti fra legittimi interessi privati e interesse pubblico di tutta la comunità locale, quali saranno le azioni e i criteri che adotterà con il suo assessorato e quali le intenzioni dell’Amministrazione?
L’aver per anni utilizzato un piano inadeguato ed obsoleto e non essendoci mai stata la reale volontà politica di procedere agli espropri, ha comportato una schizofrenica corsa all’acquisizione di suoli di fatto non edificabili perché inferiore al lotto minimo con prezzi di gran lunga superiore al normale costo di mercato. Ciò ha inibito gli investimenti sul territorio fino ad arrivare all’attuale situazione di paralisi.
Dopo l’approvazione della variante strutturale, reperiremo le necessarie risorse, anche attraverso la vendita dei suoli di proprietà comunale, per attuare gli espropri e le opere di urbanizzazione della zona tuttora priva di infrastrutture.
Non teme che le criticità quarantennali della zona Pip possano invece portare le imprese a investire nelle zone Zes di Grottaglie e Taranto, con una conseguente marginalizzazione di Francavilla?
Il rischio esiste se si pensa che Grottaglie in questi anni è stata oggetto di importanti investimenti nel settore del trasporto aereo civile e militare e che è al centro di un ulteriore piano di sviluppo industriale. Francavilla non può rimanere inerte, ansi dobbiamo avere la capacità di fare rete con le realtà limitrofe e partecipare ai futuri progetti di sviluppo creando le condizioni per attrarre sul suo territorio investimenti importanti.
A proposito di prezzi dei terreni e opportunità di insediamento di nuove imprese, la zona Asi sulla via di San Vito potrebbe invece rappresentare un’opportunità per nuovi insediamenti produttivi su quei terreni comunali a prezzi decisamente più bassi, stabiliti in circa 17 € al metro quadrato dal Consorzio Asi stesso: a che punto è il progetto di superamento del vincolo idrogeologico?
Il superamento del vincolo idrogeologico gravante sulla zona ASI richiede una serie di interventi strutturali che coinvolgono non solo il comune di Francavilla Fontana e che comportano importanti investimenti economici. In tal ottica un’importante occasione è il contratto di fiume del Canale Reale.
Pensa che accoglierete l’invito di Rete Imprese Francavilla ad adottare i progetti già predisposti dai loro tecnici per la realizzazione di una bretella in contrada Tiberio che dovrebbe essere la delimitazione dell’allargamento della zona industriale?
Da settimane è in corso una costruttiva interlocuzione con Rete Imprese che ci ha fornito importanti spunti tecnici. Noi come amministrazione abbiamo il dovere di mettere in campo in tempi brevissimi gli strumenti necessari a risolvere i problemi degli operatori economici e rilanciare la centralità della zona P.I.P. avvalendoci della collaborazione delle migliori competenze presenti sul territorio.
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