Dura ormai da mesi la prova di dialogo fra il Sindaco Denuzzo al governo di Francavilla Fontana e il Partito Democratico, perdente contro il primo cittadino nel ballottaggio delle Amministrative 2018, ma rialzatosi nel 2020 con la clamorosa elezione di Maurizio Bruno al Consiglio regionale.
A un anno dalle elezioni Amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del nuovo Sindaco della città degli Imperiali, le trattative sono arrivate a un punto di rottura, in seguito a una presunta proposta del PD che Denuzzo ha di fatto respinto e le cui condizioni – trapelate da più fonti e ritenute “irricevibili” – riporteremo fra qualche riga.
A ingarbugliare la matassa, l’improvvisa crisi di Governo e le prossime elezioni politiche di fine settembre, che potrebbero rimescolare lo scenario e rimettere tutto in discussione.
Denuzzo e il PD: io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…
Tanti gli incontri, i messaggi e gli abboccamenti pubblici e privati che non hanno evidentemente costruito nulla di solido nell’interlocuzione fra PD e Denuzzo: nei giorni scorsi i democratici, con un comunicato durissimo contro l’Amministrazione Denuzzo, ha chiuso tutte le porte a una possibile alleanza elettorale e si è posto come alternativa nella prossima corsa a Palazzo Imperiali. “L’Amministrazione Denuzzo? La città merita altro!”, così, inappellabile, esordiva la nota dei democratici.
Ma cosa è accaduto di così importante da portare il PD e Denuzzo a una rottura che al momento pare insanabile?
Ricostruiamo la vicenda e tentiamo di mettere ordine riportando qualche presunto retroscena ufficiosamente trapelato da entrambe le parti in causa.
Il Partito Democratico, diviso in assemblea
Durante l’assemblea del 7 luglio scorso, il Partito Democratico ha discusso dell’eventuale adesione alla coalizione che sosterrà il Sindaco Antonello Denuzzo nella sua ricandidatura alle Amministrative della prossima primavera 2023.
Le trattative erano già state avviate da tempo, il PD aveva concesso a Denuzzo la rinuncia alle primarie per l’individuazione del candidato, offrendo un appoggio diretto ma portando sul tavolo ulteriori argomenti politici e di programma.
Tuttavia nulla si era davvero mosso e intanto, al loro interno, i democratici si sono scoperti divisi fra chi caldeggiava l’accordo come naturale reunion del centrosinistra e chi vedeva il PD come distante dalle politiche dell’attuale Amministrazione e per questo proponeva di costruire un’alternativa a Denuzzo. Al centro, pare, il Consigliere comunale e regionale Maurizio Bruno che da tempo alterna aperture e stoccate verso l’attuale Amministrazione.
Qual è stato l’esito di quest’ultima assemblea? Oltre a un comunicato stampa che ribadiva l’orgoglio democratico, la segreteria del PD avrebbe cercato di fare sintesi fra le varie anime attraverso una proposta politica unitaria rivolta a Denuzzo.
Le indiscrezioni sulla proposta del PD
Ecco quali sarebbero state le condizioni poste dai democratici nella loro proposta di accordo, trapelate da più fonti:
- la rinuncia all’abbattimento dei lecci prospicienti la balconata di Palazzo Imperiali;
- l’impegno a realizzare il museo della civiltà contadina, il centro diurno di via Nazario Sauro e il teatro della scuola Virgilio;
- l’ingresso in maggioranza del PD con l’assegnazione dell’assessorato alle Politiche Ambientali e Verde Pubblico, le cui deleghe al momento sono nelle mani di Giuseppe Ricchiuti, entrato in maggioranza con il Movimento 5 Stelle qualche tempo fa.
Nella sostanza, l’ultima richiesta in particolare, se le indiscrezioni venissero confermate, da un lato avrebbe avuto il senso di formare sin da subito una coalizione da portare già unita davanti al giudizio degli elettori, dall’altro avrebbe rappresentato un modo per dare il segno di una discontinuità rispetto ad alcune scelte ambientali dell’attuale Amministrazione, a cominciare dalla tanto dibattuta eradicazione dei lecci del Castello.
In generale, così come accaduto per i 5 stelle, anche il PD avrebbe chiesto quindi una rappresentanza politica nella Giunta attuale: con la differenza che il M5S oggi sembra diretto in picchiata verso la disgregazione e ha scarso radicamento in città, mentre il Partito Democratico è un brand riconoscibile, ben più solido del M5S e con un Consigliere regionale e due Consiglieri comunali fra le sue fila (Bruno e Nicola Cavallo, quest’ultimo appena rientrato nel PD dopo l’esperienza renziana).
La presunta proposta del PD sul tavolo del Sindaco e le stesse aperture di Denuzzo verso i democratici negli ultimi mesi, non avrebbero tuttavia fatto i conti con gli equilibri interni della maggioranza di Denuzzo al governo di Francavilla. Ci sarebbe, infatti, l’ostilità verso l’ingresso in coalizione dei democratici da parte della lista civica Libera Francavilla, che esprime in Giunta la vice sindaca Maria Passaro e l’assessore Domenico Magliola. Come pure pare sia emersa la distanza da qualunque accordo con il PD da parte dei fittiani in maggioranza con Denuzzo, ovvero Gallone, Mancino e Bellanova del gruppo Direzione Francavilla.
Accettare la presunta proposta del PD, avrebbe potuto portare quindi a una spaccatura e a una crisi nella maggioranza a sostegno di Denuzzo.
“Proposta irricevibile”: il niet di Denuzzo e i suoi
Così, ricevuta la presunta proposta del PD, mentre da un lato il Sindaco rispondeva alla petizione popolare contro l’abbattimento dei lecci, affermando ufficialmente che quegli alberi non sarebbero stati salvati, sui social sono comparsi diversi commenti a firma degli alleati di governo.
Ha esordito Domenico Attanasi, Presidente del Consiglio comunale e riferimento della lista civica Idea, che in un post ha indugiato sulla longevità dell’Amministrazione Denuzzo (“la più longeva dal 2006”) per dire che questo risultato è stato frutto della capacità di fare sintesi fra “persone (prima ancora che tra sigle) mediamente intelligenti, in buona fede, di buon senso e che in fondo si rispettano”.
Quindi, traducendo, “campo largo, ma non larghissimo”, rispetto a eventuali alleanze se non esistono i presupposti.
Ancora su Facebook, il consigliere comunale di maggioranza Mimmo Tardio, in merito a possibili aperture, ha scritto che sono da accogliere il “confronto di idee, proposte e suggerimenti che non scompaginano gli attuali assetti ma lo arricchiscono e lo rendano più ampio ed unitario”.
Dunque, aperture sì, ma non si accettano offerte che “scompaginano” gli equilibri politici dell’attuale maggioranza: semmai se ne parla a ridosso delle prossime elezioni amministrative.
Fino all’ulteriore commento social di Domenico Attanasi che scrive di aver predetto mesi fa il piano del PD locale: “Fingere di corteggiare il Sindaco in carica in nome della “unità del centrosinistra”, per poi – incassato il prevedibile “niet” a richieste che sarebbero state ritenute irricevibili da qualunque persona seria e minimamente avveduta – “ripiegare”… sul piano A, cioè sullo schema “Ucronia”. PD + Forza Italia + Progetto per l’Italia + Francavilla Popolare + altri vari più o meno consapevoli. Mi pare che sia uno schema tutto sommato vincente. Per Antonello Denuzzo”.
Dunque, “condizioni irricevibili” (forse quelle elencate sopra?) e indice puntato contro il PD e i suoi presunti futuri alleati, già dati per perdenti dal Presidente del Consiglio comunale.
Infine, in ordine cronologico, Antonello Denuzzo, che in un altro post liquida fra le righe il PD in questo modo: “Mi pare che con l’alibi del nuovo civismo si riproponga invece la solita storia, mescolare le carte per prendere voti e conquistare posizioni di potere che a loro volta permetteranno di alimentare un consenso ulteriore.”
Cosa accadrà adesso?
A meno di soprese o di interventi pacificatori dall’alto, sarà dunque improbabile che Denuzzo, la sua coalizione e il Partito Democratico convergano in un’unica coalizione.
Dal canto loro, i democratici hanno così sciolto il nodo della possibile alleanza con l’attuale Sindaco e potranno organizzarsi in altri percorsi alternativi.
Denuzzo, deciso a correre per la rielezione a Sindaco, dovrà pure prepararsi ad affrontare una campagna elettorale in cui, a differenza del 2018, rappresenterà il governo della città e non più il “cambiamento”, con tutto ciò che questo scenario comporta: una porzione più o meno grande di elettorato scontento che vorrà sempre la stessa chimera del cambiamento che lui non potrà più incarnare, in una competizione che si preannuncia combattuta e divisa fra più candidati a Sindaco, con più o meno cordate elettorali.
Ma attenzione: i giochi delle candidature alle prossime elezioni politiche di settembre prossimo potrebbero cambiare repentinamente lo scenario. Solo per fare un esempio: c’è chi parla già di una possibile candidatura di Michele Emiliano, che riporterebbe al voto i pugliesi, e Maurizio Bruno in quel caso potrebbe decidere di correre ancora per le regionali o candidarsi a Sindaco di Francavilla. E altre ipotesi di incastri fra rappresentanti dell’attuale maggioranza, il PD e le diverse elezioni alle porte.
Intanto il centrodestra non sta a guardare… (continua nei prossimi giorni)
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