Riportiamo un commento del coordinatore di Articolo 9, nella maggioranza dell’Amministrazione Denuzzo, rispetto al costituendo Osservatorio comunale contro le droghe, chiesto dal consigliere regionale Maurizio Bruno e approvato dal Sindaco e tutte le forze politiche in Consiglio Comunale.
PER UN DIBATTITO A PIU’ VOCI, ALCUNE CONSIDERAZIONI
Portare in Consiglio Comunale, nel dibattito pubblico, piuttosto scarso e poco interessato, il tema sulle droghe mi è sembrata l’ennesima occasione funzionale alla dialettica politica, di interventi ripetitivi se non retorici, se non ad una propaganda fine a sé stessa.
Eppure il Comune della nostra Città, al suo interno, politico, amministrativo e tecnico, dovrebbe avere le competenze necessarie per intervenire sul tema delle droghe, insieme alle competenze dirigenziali dei medesimi uffici preposti, agi organi di supporto territoriali, su tutti Ambito BR3 che sull’argomento avrebbero molte cose da dirci.
A ciò si aggiunge il fatto che i 24 consiglieri e la squadra degli assessori presieduta dal sindaco, dovrebbero avere il polso della situazione del vissuto di una Città per dare risposte sociali e politiche a cui sono tenuti per il ruolo che svolgono.
In merito all’oggetto dell’Osservatorio si è iniziato a parlare di prevenzione e l’uso di droghe per giungere all’alcolismo, alle ludopatie e per finire con uso abnorme dei social. Di tutto di più.
Inoltre la discussione in Consiglio Comunale non ha portato alcun segnale innovativo e propositivo per dare una chiara indicazione al nascente Osservatorio che è cosa ben diversa da quello Scolastico che aveva ben altre funzioni e compiti. Un Osservatorio che dovrebbe mettere al centro della propria attenzione, non i ragazzi e giovani, ma gli adulti da cui parte il mercato di tutte le forme di droghe.
La riflessione andrebbe spostata verso gli adulti che devono essere i soggetti che causano il disagio e la fragilità giovanile. Basterebbe riflettere sulle dinamiche educative, sul ruolo formativo, sul rapporto con le istituzioni scolastiche, con i comportamenti violenti, verbali e non solo, che stanno proliferando. È vero anche che non pochi adulti, per varie ragioni, sono corresponsabili del disagio giovanile, dove la loro presenza risulta sporadica se non del tutto assente.
Solo uno spazio condiviso di una visione politica alternativa nella gestione del fenomeno può essere in grado di creare una mediazione e negoziazione fra interessi diversi, di una gestione della vita notturna e di una inclusione sociale troppo poca considerata.
In tutto questo possono essere un punto di riferimento altri Comuni che su questo tema hanno fatto nascere Elide, una rete in grado di affrontare il tema delle politiche pubbliche sulle droghe con serietà e capacità di incidere realmente sulle dinamiche delle proprie città.
Mimmo Tardio