I lecci sotto il balcone di Castello Imperiali: a questo punto era meglio tagliarli

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Sottosopra, il Podcast di Paesituoi.News – Puntata 02

Sottosopra è il Podcast di Paesituoi.News: i fatti, i retroscena, il sopra e il sotto dalla città di Francavilla Fontana: questa è la seconda puntata del 27 gennaio 2023.

Ancora polemiche per i nove alberi di leccio che cingono il Castello Imperiali di Francavilla Fontana: qualche giorno fa sono stati “capitozzati”, ovvero potati in modo talmente radicale da suscitare nuove discussioni sulla loro salvaguardia.

Impiantati intorno agli anni ’30, questi sempreverde hanno visto a pochi metri i podestà, il fascismo, il re, la repubblica, dipendenti comunali, deputati, senatori, sindaci, consiglieri… e chi più ne ha più ne metta.

Un periodo di relativa tranquillità, tutto sommato, se paragonato alla bufera che due anni fa, nell’aprile del 2022, stava per abbattersi sui loro folti rami.

Quell’anno, infatti, il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) approvato dalla prima Amministrazione Denuzzo, tra le varie iniziative, prevedeva anche l’abbattimento degli alberi sotto la balconata del Castello per dare la possibilità di rifare il marciapiedi a misura di carrozzina.

L’intento, pur nobile, aveva scatenato una polemica infinita. Tra sostenitori e contrari all’abbattimento, tra quelli dalla motosega facile e ambientalisti cucciolosi, Francavilla era diventata un paese di agronomi e forestali.

Sul piede di guerra le associazioni, Legambiente e Ucronia soprattutto (presieduta dall’attuale capogruppo del PD, Alessandra Latartara, partito una volta opposizione e ora sodale di Denuzzo), che raccolsero più di mille firme contro l’abbattimento.

Dal canto suo, il Sindaco Denuzzo rispose serafico alle contestazioni: spostare gli alberi sarebbe stato economicamente insostenibile, il PEBA prevedeva che si dovesse rifare il marciapiedi e, tagliando gli alberi, si sarebbe potuto finalmente ammirare nel suo splendore il loggiato barocco della facciata est di Castello Imperiali. Non c’è bisogno di ritornare anche su quel paragone con la balconata di Romeo e Giulietta, vero?

Quindi niente, mettetevi l’anima in pace – il senso delle risposte date due anni fa dal primo cittadino – ché quegli alberi da lì se ne devono andare. Possiamo provare a spostarli, ma non vi promettiamo niente, eh.

Per di più, tra gli elementi a favore della rimozione, il fatto che secondo un agronomo incaricato dal Comune, gli alberi fossero malati e coi giorni contati. In seguito avremmo scoperto che solo due di quegli alberi erano davvero ammalorati e che la relazione tecnica non prendeva minimamente in considerazione l’ipotesi dello spostamento.

Il tutto si svolse nel giro di un paio di mesi. A luglio 2022 il verdetto di Denuzzo era chiaro: motosega!

Poi il silenzio: Peba, estirpazione, tagli, qualcuno ha saputo più niente? “Se ne parla dopo la Madonna”, avranno pensato i più. Invece se ne doveva riparlare al massimo dopo le elezioni amministrative della primavera 2023. Tra tira e molla, lascia e prendi, vai e torna, il Partito Democratico di Murizio Bruno e l’ex Città Futura di Denuzzo dopo anni di contrasti durissimi si accordarono miracolosamente per governare la città. Accontentando qualcuno e scontentando qualcun altro, come sempre accade.

Gli alberi di leccio erano sempre là, ad assistere da vicinissimo, e anche un po’ inermi, all’ennesima grottesca vicenda politica francavillese.

Soprattutto ignari del fatto che, tra le condizioni portate in dote da una parte dei due schieramenti, c’era anche la loro salvezza da qualunque ipotesi di abbattimento. Tant’è che da allora nessuno ha più sentito rombare il motore della motosega per liberare la balconata vista Peba.

Tuttavia la natura fa il suo corso e i servizi del verde pubblico con essa: volendo parafrasare il maestro, la stagione delle potature viene e va. E quando viene, soprattutto negli ultimi anni, fa molto discutere dei suoi possibili danni sulle piante.

A suonare la carica è stato Emanuele Modugno, storico esponente di Rifondazione Comunista, da sempre attento al verde urbano. Modugno sui social denuncia quella che secondo la sua opinione è l’ennesimo sfregio a quei lecci: “la capitozzatura è una tecnica di potatura degli alberi che consiste nel taglio indiscriminato di grossi rami, branche o del fusto stesso con il rilascio di monconi. Numerosi studi scientifici hanno confermato che indebolisce le piante, ne aumenta la pericolosità e le rende irrimediabilmente più brutte”.

“Grazie alla petizione popolare organizzata da Ucronia – ricorda Modugno, che di Ucronia è socio – è stato evitato l’abbattimento di quegli alberi che la precedente Amministrazione voleva eliminare. La nuova Amministrazione li ha ‘salvati’ capitozzandoli, credo che il danno sia meno grave, ma comunque li ha danneggiati”.

Certo, ora si potrà ammirare il balcone del Castello anche da lontano, anche passando in auto. Ma secondo Modugno e i politici che hanno commentato il suo post su Facebook, il danno agronomico fatto è irrimediabile e si tratterebbe addirittura di un “suicidio assistito”.

A questo punto, dopo due anni di polemiche che nei fatti non hanno portato a nulla, né al Peba né alla balconata, tantomeno alla salvezza degli alberi, la certezza rimane una: se avessero potuto, quei lecci se ne sarebbero andati da soli.

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