Un anno di ripresa dopo la pandemia fra sapori opposti, quello appena trascorso a Francavilla Fontana. Il dolce e l’amaro del 2022 rimarranno nella memoria sia per il ritorno alla socialità dopo due anni di emergenza sanitaria sia per fatti di cronaca che non lasciano troppo spazio ad autoesaltazioni ottimistiche. Al di là dei bilanci amministrativi, pubblici e personali, qual è l’umore con cui Francavilla si avvia nell’anno che verrà?
Il 2022 è stato l’anno del ritorno alla comunità e della riconquista della “normalità”. I francavillesi si sono naturalmente riappropriati dei loro spazi. I riti della Settimana Santa sono stati soltanto un’avvisaglia di quello che sarebbe stato: l’attività amministrativa della Giunta Denuzzo ha assecondato il desiderio popolare e, complice forse una campagna elettorale imminente, ha regalato spettacoli per tutta l’estate. Almeno tre concerti con artisti celebri hanno portato la città degli Imperiali a fare pari e patta con altre località che da anni investono in spettacoli e cultura. Con il timore, tuttavia e chissà, che un simile investimento – circa 200mila euro totali – non possa essere sostenibile negli anni a venire.
Luminarie, botti, musica e festeggiamenti. I francavillesi hanno goduto di quest’aria frizzante e di una festa patronale ritrovata dopo gli anni di pandemia: allegria, allegria e ancora allegria, strade piene di festanti concittadini e forestieri curiosi, ci si riabbraccia per fare festa, ci si instagramma vicendevolmente, come pure nella contabilità non manca quella bolla di grottesca autocelebrazione a uso e consumo politico che si stempera in una stagione ben riuscita.
Ma l’America è lontana, dall’altra parte della luna: e nel frattempo l’Amministrazione era alle prese con il dossier dei lavori su via Roma, ufficialmente pedonalizzata nonostante polemiche e ritardi. Il risultato più importante è che nessuno di buon senso oggi, a rifacimento quasi ultimato e dopo mesi di chiusura, potrebbe mai desiderare un ritorno alla vecchia via Roma oberata dal traffico. Sembra poco? Non lo è affatto. Certo, una parte della città e la maggioranza dei consiglieri comunali avrebbero preferito una Ztl alla chiusura totale, ma tant’è: sarà la prossima Amministrazione a confermare o a ribaltare la decisione.
Quella di via Roma è una vicenda che dovrebbe anche insegnare quanto sia importante la tempestività e la chiarezza nella comunicazione fra istituzioni e cittadini: sarebbe bastata un po’ di linearità invece di un “lo famo strano” con tanto di risse e spaccature fra concittadini. E speriamo non sia il prequel di una campagna elettorale fra doncamilli e pepponi della mobilità. Facciamo fioretto, per favore, e che Francavilla venga risparmiata: ecco un augurio per l’anno che verrà.
Abbiamo riportato qui una sintesi della conferenza stampa di fine anno con quanto dichiarato dal Sindaco. Bisogna dare a Denuzzo quel che è di Denuzzo e prendere atto che l’Amministrazione ha avviato alcuni cantieri e tentato di sbrogliare matasse aggrovigliate da anni, degli gnommeri che anche uno solo bastava: dal centro di carico intermodale, archetipo junghiano di cialtroneria politica, sino al rifacimento dell’ex Piazza coperta, monumento al degrado che pare si avvii a tornare a nuova vita. Su questo c’è da stare meno musoni e un po’ più allegri, forse.
Ma è stato anche l’anno dei bandi di gestione di beni pubblici affidati a soggetti privati: quello del campo di calcetto del quartiere San Lorenzo – ristrutturato con fondi per la diffusione della legalità – e quello del Palazzetto dello Sport, entrambi assegnati a realtà neocostituite. In particolare la vicenda del Palazzetto è stata un rio delle amazzoni di polemiche fra il Basket Francavilla 1963 e l’Amministrazione comunale, fino addirittura a stropicciare l’aplomb di un totem locale come il professor Gino Camarda. Al di là dei risultati di eventuali ricorsi al Tar e procedimenti Anac, resta l’indicazione chiara della visione politica dell’Amministrazione Denuzzo rispetto ai beni pubblici di più complessa gestione: tattica di palleggio da un tocco e via, di sacchiana memoria.
A fiaccare l’umore generale ci hanno poi pensato due fatti di cronaca. A marzo la Guardia di Finanza ha smantellato una presunta associazione per delinquere finalizzata alla frode delle compagnie assicurative con base a Francavilla Fontana: fra avvocati, medici e presunti figuranti in sinistri stradali inventati – secondo la Procura – di sana pianta, sono 162 i francavillesi coinvolti. Stando agli ultimi censimenti, un indagato virgola venti per famiglia francavillese. Dovessero essere confermate le accuse, sarebbe un bel record, senza troppa allegria.
E il 9 di novembre il delitto di Paolo Stasi, 19enne freddato da due colpi di pistola sull’uscio di casa in via Occhi Bianchi. L’omicidio del giovane ha scosso la città, anche per la disinvoltura del gesto. E non sono mancate le polemiche per gli interventi giornalistici in diretta tv su Rai2: Francavilla è una città omertosa? Il contesto è oscuro e difficile? O a Francavilla tutt’apposto? Tra difese d’ufficio, prese di distanze e campanilismo, spiace che non sia emersa nessuna riflessione vera.
Perché, senza aspettare il corso lungo della giustizia, porsi almeno quelle due tre domande sulla tenuta morale della comunità francavillese potrebbe essere una buona occasione per guardarsi in faccia senza ipocrisie di sorta. Probabilmente non basta allo scopo una fiaccolata poco partecipata, per quanto apprezzabile sia stato lo spirito degli organizzatori. L’impressione è che manchi la voglia o la maturità per andare oltre le opinioni di parte e di facciata, oltre questa campagna elettorale perenne che rende ciascuno prigioniero delle proprie turbe politiche. E questo è un limite da superare: ecco un altro auspicio per il 2023, ma facciamo anche per il 2024, 5, 6, ché l’obiettivo è titanico.
Qual è dunque lo stato d’animo di Francavilla alla vigilia del nuovo anno? Francavilla sta come stanno i cittadini francavillesi: l’ottimismo della volontà e l’allegria della festa si alternano allo sconforto per un contesto sociale ruvido e faticoso, che trascina con sé problemi antichi e ne aggiunge sempre di nuovi in un si-salvi-chi-può trasversale. Risolverli di punt’in bianco è impossibile, migliorare a piccoli passi è forse permesso, disperare di certo non si può. L’America è lontana, dall’altra parte delle stelle: e allora viva Francavilla, per te nell’anno nuovo almeno un po’ di fortuna naïf, anche ignorante, se proprio non ti sarà concesso di più.
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Ps. – Alla fine di questo 2022 Francavilla ha perso un suo figlio intelligente, Pietro Filomeno. Questo ne fa un anno peggiore, per la mancanza di una voce critica e lucida che non potrà aiutarci a ragionare sul futuro. Ma sempre allegri bisogna stare…