Ex Città Futura, operazione riuscita: Francavilla è del PD. Capolavoro politico del partito di Maurizio Bruno, mister preferenze

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Sottosopra, il Podcast di Paesituoi.News – Puntata 02

Sottosopra è il Podcast di Paesituoi.News: i fatti, i retroscena, il sopra e il sotto dalla città di Francavilla Fontana: questa è la seconda puntata del 27 gennaio 2023.

Nelle pieghe della vittoria della coalizione del rieletto Sindaco Antonello Denuzzo, vittoria netta e già al primo turno, si nascondono dettagli politici che fanno la differenza e la sostanza di questa vicenda elettorale e dei futuri equilibri di potere a Francavilla Fontana.

Dettagli che convergono su almeno due evidenze: il consenso esorbitante del Partito Democratico e lo svuotamento del nucleo politico originario di Città Futura e delle liste che ne erano protagoniste.

Proviamo a ragionarci brevemente insieme.


– Denuzzo Bis, un’Amministrazione a guida PD

Il voto dei francavillesi ha decretato un consenso ampio e inequivocabile verso il Partito Democratico: 4mila voti, il 22,5% dello scrutinio totale, e 7 consiglieri comunali eletti. Roba che non si vedeva dai tempi d’oro del centrodestra di fine secolo scorso. Il PD ha allestito una rosa di candidati socialmente multiforme che si è dimostrata in grado di intercettare i bisogni e la domanda di rappresentanza dei cittadini, ed è riuscita a doppiare i voti di Idea, seconda arrivata in coalizione ed ex partito di maggioranza relativa.

L’Amministrazione Denuzzo Bis non è solo nuova in termini cronologici ma è rinnovata sia in Consiglio Comunale sia per la guida politica, saldamente in mano al Partito Democratico: non un movimento civico o una lista estemporanea, ma un soggetto strutturato e rodato, un partito tradizionale con proprie dinamiche, prerogative e modi di intendere il governo locale.

A rafforzare questa guida, l’enorme risultato personale di Maurizio Bruno, protagonista indiscusso della vittoria. Un po’ era nell’aria, ma collezionare 1.168 voti di preferenza è un record che è degno di nota. Ed è il segno tangibile di un rapporto con i francavillesi che ha calamitato consensi ben oltre la conoscenza diretta del candidato.

Il Presidente del Consiglio Comunale in pectore, Maurizio Bruno, fa politica da sempre e sa bene che questo plebiscito gli imporrà grandi responsabilità di comando e leadership, come nel mantenere unita una coalizione eterogenea, fatta anche di personalità particolarmente spiccate e di gente che faticherà a metabolizzare questo finale elettorale tutto piddino. A Bruno le congratulazioni e l’in bocca al lupo. E buon lavoro al Sindaco Antonello Denuzzo.


– Città Futura, un contrattempo di cinque anni

Il successo elettorale del Partito Democratico porta le lancette indietro alla fine della sua prima esperienza nata nel 2014: dove eravamo rimasti? Alla luce dei risultati delle liste che un tempo componevano la coalizione dell’ultimo governo Denuzzo, i cinque anni trascorsi di Città Futura oggi sembrano essere stati uno strano contrattempo. Cosa ne rimarrà?

I numeri sono lì e sono un muro.

L’ex forza di maggioranza relativa, Idea, non si allarga e riduce la propria presenza in Consiglio Comunale a 3 seggi: nel corso della consiliatura apperna termina, partita con 7 seggi, è stata la compagine che ha perduto più pezzi fra le altre, per cambiarne ancora durante queste elezioni. Neanche Articolo 9 si allarga, anzi arretra di 200 voti, elegge un solo consigliere – prima ne aveva 4 – e restano fuori i suoi ex assessori e le espressioni più rappresentative. La lista Libera, su un altro fronte, tracolla, dimezza il consenso del 2018, sembra destinata a svanire.

Nella coalizione vincente, le liste ex Città Futura strappano 4 seggi, forse 2 o 3 assessorati, sgomitano con la lista civica accanto e per ora sono relegate al ruolo di seconde file in un governo in cui dover dare conto al Partito Democratico, Antonello Denuzzo per primo.

Bene che il PD sia guida di governo, se ricoprirà questo ruolo con responsabilità, ma restano alcune domande sul percorso dell’ex Città Futura che oggi subisce una ulteriore e forse irrimediabile battuta d’arresto, diventando un mero souvenir elettorale.

E allora, nei cinque anni di amministrazione passata, l’ex Città Futura quale rapporto e quale ascolto concreto ha costruito con i cittadini se non è stata in grado di consolidare e aumentare il consenso?

Come mai i francavillesi hanno preferito votare in massa il Partito Democratico – ferma opposizione lungo tutto lo scorso governo Denuzzo – e non hanno invece premiato Idea, Libera o Articolo 9, lasciando simbolicamente fuori dal consiglio comunale assessori che pure hanno portato argomenti politici?

Per quale motivo non si è intuita la naturale evoluzione del progetto di Città Futura, costruendo fondamenta politiche più solide e tali da porsi alla pari di fronte a eventuali alleati più strutturati come il PD?

Domande – e ce ne sarebbe altre – che lasciamo qui, a futura memoria. L’impressione è anche alla fine si saranno salvati i singoli, i destini personali, qualcuno sarà stato ripescato come assessore, altri avranno aspettato occasioni migliori per assecondare il fantasma della propria carriera.

Ora tocca al Partito Democratico, in cui riporre la speranza di serietà, concretezza e ascolto per la crescita economica e sociale di Francavilla. Il resto sarà ricordato come una brillante strategia politica degli ex maggiorenti dell’ex Città Futura: l’operazione è riuscita, ma il paziente è morto.

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