La processione dei Misteri è passata ma sta ancora passando, quantomeno di fronte agli occhi. Federica l’ha vista due volte addirittura e in due momenti diversi della serata. Tanto è statica e monolitica nel suo essere, imboccando un tragitto che si snoda per il centro nevralgico della città e sfumando nei diversi colori delle congreghe, tanto è fissa e risaputa la Passione stessa di Cristo, che si fa procedere tra i cittadini, tanto è relativa e mutevole l’impressione che lascia addosso.
Dopo che si è seduta al tavolo Federica e sembrava apparentemente che stesse riprendendo a parlare dal punto in cui aveva interrotto ha detto “mi ha lasciato un silenzio dentro questa processione…”.
Accorriamo tutti a vedere il corteo, accalcati, e attendiamo, assecondiamo, lasciandoci attraversare dentro. Ciò che crediamo essere indolore e che invece silenziosamente ci scava dentro si annida in ciò che crediamo di conoscere bene perciò incapace di sortire alcun effetto.
I bambini piccoli piangono, a tratti strillano, poi si lasciano cullare tra braccia sicure, mentre la signora al mio fianco che tutta imbacuccata ha lasciato il marito di 92 anni a casa, che nell’arco della giornata è uscito soltanto per andare dal barbiere e che ha dissuaso la moglie a non uscire di casa per il freddo, la signora al mio fianco ha detto “E mancu li santi vitimu?”, e all’approssimarsi di ogni statua si interrogava sottovoce quale statua fosse cercando in mia direzione una conferma, continuando a bisbigliare parole di pentimento. “Gesù nuesciu perdona tutti li piccati nuesci”.
E Federica se ne è andata prima del previsto, lasciando gli amici seduti al tavolo e col bavero alzato sul collo.
Il Diario della Settimana Santa di Francavilla Fontana è a cura di Ritanna Attanasi.
Photo Daniele Argentiero.