Un porto, quello di Brindisi, che mantenga la sua caratteristica peculiare: la polifunzionalità.
È quanto chiesto dalla Cgil di Brindisi in un comunicato firmato dal Segretario Antonio Macchia.
“Un porto – continua il comunicato – in cui si sviluppino la logistica, i traffici commerciali, il turismo. E non un porto a vocazione prettamente industriale – che non è mai esistita e a cui pian piano si sta arrivando – ridotto a ‘stazione di servizio’ delle fonti fossili. Tra l’altro con numeri legati all’occupazione ed alla economia del territorio sempre meno consistenti rispetto a quelli che il traffico di combustibili generava negli anni passati”.
La Cgil denuncia il “chiaro disegno di marginalizzazione a cui si vuole condurre lo scalo del capoluogo messapico” e fa presente che la città di Brindisi e il suo porto hanno “tutti i requisiti per diventare la più importante base logistica del Mediterraneo” come dimostra la presenza della base Onu e la sua ricaduta sul territorio.
“E perché – si interroga il Segretario Macchia – questa rotta non può essere seguita anche dai nostri attori locali se è vero che si tiene a rilanciarne le attività? La questione è squisitamente politica e il peccato originale è quello di aver sacrificato sull’altare della Riforma Delrio l’Autorità portuale di Brindisi, che è finita inglobata suo malgrado nell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale (AdsP MAM). A farne le spese l’intero sistema Salento.
Brindisi deve rivendicare la sua autonomia, combattere con maggiore incisività la battaglia per il mancato riconoscimento di porto core e rivendicare l’inserimento nelle reti Ten-T. Perché è su questo terreno che si vince la sfida per lo sviluppo – si riescono ad attrarre gli importanti finanziamenti Europei – e si creano prospettive non solo per Brindisi ma per l’intero Salento.
Occorre fare sistema e recuperare la gestione della più importante infrastruttura del territorio altrimenti il porto resterà ai margini, il traffico passeggeri e crocieristico resterà concentrato nel capoluogo di Regione e Brindisi resterà un porto destinato prettamente ad attività industriali come del resto viene dichiarato.
La Cgil di Brindisi – conclude Macchia – invita la politica a riappropriarsi delle sue prerogative tra cui quella di decidere per lo sviluppo ed il benessere del proprio territorio che passa per il porto di Brindisi. Il porto di Brindisi deve essere generatore di ricchezza per Brindisi e il Salento, deve puntare su turismo, traffici commerciali, nautica da diporto, ma soprattutto sulla logistica che è un generatore enorme di investimenti e posti di lavoro.
La politica si riappropri del suo ruolo ed abbia una visione prospettica del porto di Brindisi per farne la piattaforma logistica del Mediterraneo”.
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